Wall Street ha chiuso in calo spinta al ribasso dalle banche e dalla gelida accoglienza dei nuovi prodotti Apple. Il Dow Jones ha ceduto lo 0,50% a quota 12090,11; il Nasdaq ha perso l’1,11% a 2702,56 punti. Mentre l’Europa e Milano hanno ceduto quota per il quarto giorno consecutivo (si tratta della striscia negativa piu’ lunga in quasi tre settimane) i timori piu’ grandi dei money manager negli Stati Uniti riguardano il pericolo di un rallentamento della ripresa economica, confermato venerdi’ scorso dalla gelata sul mercato del lavoro. In Usa il comparto tech e’ ai minimi dal 1998, in termini di rapporto prezzo utili, le paure di un ripetersi della bolla dot.com hanno avuto la meglio sull’entusiasmo per le nuove Ipo come quella di LinkedIn e Groupon e il Nasdaq cala piu’ degli altri indici.
Il ribasso delle ultime cinque settimane a Wall Street ha schiacciato i prezzi dei titoli hi-tech che ora sono ai minimi di oltre dieci anni. A questi livelli e’ molto probabile che i manager tornino pertanto a comprare gruppi del comparto. Il benchmark principale del settore ha perso il 7%, pari a circa $190 miliardi di valore, da quando il mercato ha toccato i massimi il 18 febbraio scorso. Solo i finanziari hanno perso di piu’ dei tech, come comparto.
Le azioni dei produttori di computer trattano a New York a 9.3 volte gli utili annunciati prima di interessi, tasse, deprezzamento e ammortizzazione (EBIDTA), cioe’ 1.3 volte i multipli dell’indice, stando ai dati di Bloomberg al 3 giugno. Per questo rapporto, si tratta del minimo assoluto dal 1998.
L’indice Stoxx 600 ritraccia vicino ai minimi di marzo 22. L’indice ha ceduto quota per cinque settimane consecutive, la piu’ lunga serie negativa sotto questo punto di vista da lugno 2008. Tra i singoli titoli nel Vecchio Continente Air France-KLM e Deutsche Lufthansa perdono terrono dopo che la Iata ha tagliato le stime sugli utili 2011 del settore delle compagnie aeree. I titoli ASML Holding trascinano al ribasso i gruppi tech dopo che Goldman Sachs ha consigliato di ridurre l’esposizione verso il comparto.
Gli ultimi dati Usa su attivita’ manifatturiera e lavoro hanno alimentato le preoccupazioni circa la ripresa della maggiore economia mondiale. Nel frattempo sono aumentate le speculazioni circa un default della Grecia indebitata.
“Il dibattito tra i trader e’ se questo calo sia solo una mera correzione all’interno di una fase di mercato toro che ormai dura da 2 anni e mezzo o se le debolezza a livello di fondamentali non stiano invece spingendo i mercati in ribasso con una certa intensita’”, spiega a Bloomberg Jonathan Sudaria, trader di London Capital Group. Da quando hanno toccato i massimi della fase rialzista a inizio maggio, i mercati si sono mossi in calo.
In ambito macro nell’area euro a 17 in aprile prezzi alla produzione sono cresciuti dello 0,9% su mese, che si traduce in un +6,7 su base tendenziale, leggermente sopra le stime del consensu (+6,6% su anno). Per Plosser – membro della banca centrale – e’ troppa l’attenzione sull’inflazione core.
Dai dati di statistica pubblicati dall’Istat e’ emerso che nel 2010 al nord est italiano la crescita e’ stata piu’ alta (+2,1%) e al sud piu’ bassa (+0,2%). Le cifre sull’occupazione statunitense a maggio, diffuse
venerdì, hanno evidenziato 54.000 posti di lavoro in piu’, il dato piu’ debole da settembre, mentre il tasso e’ salito al 9,1 dal 9% di aprile.
“Dopo i dati di venerdì la pressione sull’azionario europeo e’ al ribasso”, dice a Reuters Manoj Ladwa, trader di ETX Capital. “Ma l’indice poterebbe trovare un supporto vicino a quota 1.100”. “Su questo livello, vicino ai minimi di aprile, il mercato ha rimbalzato in precedenza”, spiega Ladwa, aggiungendo che il livello successivo si colloca a 1,050.
Nella regione dei periferici, sui mercati del debito scendono i rendimenti un po’ ovunque tranne che in Portogallo, dove alle elezioni si e’ imposto il centro destra di Coelho (partito social democratico). Breve rally post voto per i listini azionari. Nelle prossime settimane occhi sulle proteste in Grecia.
In un incontro svoltosi la settimana scorsa Ue e FMI hanno accettato di pagare il nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia, aprendo la strada per un nuovo round di finanziamenti che include “un ruolo volontario” da parte degli investitori. Atene ha detto che un’analisi del progresso economico raggiunto dal paese si e’ conclusa in maniera “positiva”.