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BORSA: BUSH FAVORISCE IL MERCATO AZIONARIO

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L’incertezza legata alle elezioni presidenziali americane sembra essere giunta al termine e la vittoria del candidato repubblicano George W. Bush ha permesso ai mercati di tirare un sospiro di sollievo.

Lo sgravio fiscale di $1.300 miliardi e l’allentamento della morsa di regolamentazioni societarie promessi dall’ex governatore del Texas non possono che far bene al mercato soprattutto a quei settori che guardavano a un’amministrazione repubblicana: farmaceutico, energetico e del tabacco.

Il programma elettorale di Bush infatti promette una riduzione dell’intervento governativo e allontana il rischio per le societa’ farmaceutiche di vedere diminuito il flusso di investimenti destinati a ricerca e sviluppo a causa del progetto legislativo di controllo dei prezzi auspicato da Gore.

I repubblicani alla Casa Bianca – dicono i principali analisti – potrebbero far salire i farmaceutici del 20%-30% anche se per questo comparto le previsioni di crescita degli utili rimangono di circa il 15%, visto che la domanda di medicinali non risente dell’andamento economico.

La minor ingerenza di un governo repubblicano nel settore privato inoltre metterebbe fine allo spauracchio di azioni legali nei confronti delle societa’ del tabacco ed eliminerebbe la promessa di una severa legislazione anti-fumo promossa da Al Gore.

Byron Wien, economista di Morgan Stanley Dean Witter, ritiene tuttavia che George W. Bush, con un Congresso diviso tra democratici e repubblicani, non potra’ apportare sostanziali modifiche e che comunque il piano di riduzione fiscale sara’ approvato tra piu’ di un anno.

La reazione positiva dei mercati potrebbe quindi essere solo un fuoco di paglia, soprattutto visto il continuo flusso di ‘profit warning’ proveniente dalle societa’ americane.