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BOOBER, L’ANTIDOTO WEB AL CREDIT CRUNCH

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(WSI) – «Cari finanziatori, i richiedenti molto spesso non sono
cani che guaendo aspettano che qualcuno gli butti un
osso per non farli morire di fame. Magari sono persone
con le idee molto chiare su come utilizzare il denaro, al
contrario di una parte di finanziatori sempre più frustrata
per la difficoltà di trovare un rendimento adeguato al
loro salvadanaio ormai impolverato, tenuto stretto perché
il rischio crea ansia: senza rischio non c’è rendimento.
Buona giornata a tutti».

La lucida puntualizzazione
arriva da uno degli utenti di Booberwatch, il forum semiufficiale
auto-creato dalla comunità di Boober. Si rivolgeva
a tutti coloro che hanno deciso di investire una piccola
somma nel primo sito ad avere portato in Italia il
social lending, cioè il prestito tra persone senza intermediari
bancari. Ma dipinge bene lo stato d’animo guardingo
di chiunque si trovi a maneggiare i propri risparmi,
soprattutto in un periodo poco felice per le istituzioni
finanziarie e creditizie
dell’intero pianeta.

«Le banche e le finanziarie
ci saranno sempre,
Boober è solo
un’opportunità in più
sul mercato», spiega
Manolo Maffeis a
F&M. Maffeis è il direttore
generale di Centax,
società bergamasca
leader nella garanzia
assegni, con un circuito
di oltre 40.000
operatori commerciali
convenzionati nel settore
retail e nella grande
distribuzione organizzata.

«Utilizziamo
database nostri, pubblici, la centrale di allarme interbancaria,
facciamo valutazioni socio-demografiche – dice
Maffeis – Approviamo circa il 95% degli assegni che i
nostri convenzionati ci sottopongono, e se uno di questi
risulta non incassabile lo rimborsiamo al 100 per cento.
Interveniamo sullo 0,15-0,16% degli assegni approvati,
è un tasso molto basso, ma negli ultimi 7-8 mesi, a fronte
della congiuntura, c’è stato un netto peggioramento
della qualità del credito. E non perché sono aumentate
le truffe, gli assegni rubati, ma perché le persone non
hanno le risorse per onorare gli impegni. Quest’anno prevediamo
di chiudere sullo 0,2 per cento».

Centax, sul mercato da 20 anni, è il promotore italiano
di Boober, servizio lanciato in Olanda poco meno di due
anni fa. «Monitoriamo costantemente i mercati americano,
inglese e del nord Europa. Abbiamo visto l’idea, ci è
piaciuta, e ci siamo messi in contatto con alcune società
già attive nel mercato. In due mesi abbiamo costruito
tutto, Boober Olanda ci dà in licenza la piattaforma. I
costi e i guadagni sono tutti di Centax, e poi regoliamo il
rapporto con gli olandesi».

Il meccanismo è semplice:
permettere l’incontro di chi ha bisogno di un prestito e di
chi invece detiene il capitale, e vuole investirlo a tassi
che, mediamente, ruotano attorno al 10 per cento. I guadagni
di Boober sono sulle commissioni. «In Italia il prestito
è vissuto in maniera sbagliata, con pudore e diffidenza
perché è sentito come un’umiliazione. Boober garantisce
l’anonimato, non ha come controparte una banca,
che può essere anche un aspetto positivo, consente
di valutare ed essere valutati dalle persone in base al
merito».

Lo scorso anno Richard Branson, numero uno
di Virgin, ha rilevato negli Usa Circle Lending, società
specializzata nei prestiti tra circoli di amici o di parenti,
poi ribattezzata Virgin Money. Mentre continuano amoltiplicarsi
in giro per il mondo iniziative similari. Quest’anno
i prestiti peer-to-peer dovrebbero arrivare a quota
1,6 miliardi di dollari, e le stime dicono che saliranno
a 6 miliardi nel 2010.

In Italia l’unico concorrente è Zopa,
nato in Inghilterra nel 2005. Volumi e margini per
ora non giustificano investimenti in questo campo.
E così l’architettura di Centax rappresenta un vantaggio.
«Di profitti ne riparleremo tra 3-5 anni» continua
Maffeis. «Non siamo dei verginelli,ma per adesso l’obiettivo
è guadagnare la fiducia
delle persone.

Tuteliamo il finanziatore
attraverso la diversificazione
del rischio,
il recupero crediti,
le barriere all’entrata:
in un anno abbiamo
cassato il 65%
delle richieste di finanziamento.
Motivazioni?
Protesti, apertura
di troppe linee di credito,
mancati pagamenti
di rate di altri finanziamenti
».

Un singolo
investitore non può coprire
più del 10% della
richiesta di finanziamento
(che non può superare i 10.000 euro), e l’importo
erogato da ciascun finanziatore in nessun caso può eccedere
i 500 euro. Decisivo per il tasso di interesse è il
rating assegnato all’iscrizione, su sei livelli da AAA a D,
dove D garantisce in ogni caso l’ok da parte dello staff.
«A ogni finanziamento partecipano 40-50 persone, e tra
le parti si sviluppa interazione: sono io a decidere cosa
finanziare, quale causa sposare».

Le cause sposate dalla
community sono le più disparate: «Le cure dentistiche, il
cambio dell’automobile, il rifinanziamento di un prestito
precedentemente acceso, una piccola start-up». Finora
nessun default, solo qualche ritardo nel pagamento di
una rata. «Stimiamo comunque che sia fisiologico un tasso
di default del 2-2,5% sul totale del monte erogato».
Ovvero, senza rischio non c’è rendimento.

La componente ludica è innegabile. «Rispetto a Zopa,
Boober èmolto più interattivo. Zopa si rivolge all’investitore
puro, quello che vuole scegliere solo tasso e durata.
Boober si rivolge invece a chi vuole smanettare, emagari
divertirsi». L’utente tipo di Boober è uomo, di età compresa
tra 25 e 45 anni, che ha confidenza col Web, e con
un home banking attivo. Finora i finanziatori sono stati
un centinaio, circa 80 i finanziamenti erogati, per un ammontare
gestito pari a circa 520.000 euro. E lei, Maffeis,
è uno dei finanziatori? «Sì, sono uno dei finanziatori anch’io.
Ho contribuito a 5-6 richieste».

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