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BOMBA SUI CARABINIERI, 17 MORTI, LUTTO IN ITALIA

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NASSIRYA (IRAQ DEL SUD) – La guerra entra nelle case degli italiani alle 8,45 del mattino. In quel momento a Nassiriya, città a sud dell’Iraq, sono le 10,45. Due palazzine in cui risiedono i carabinieri e i militari del contingente che fa parte dell’operazione “Antica Babilonia” vengono sventrate da un attacco kamikaze. Fumo, muri che crollano, sirene di ambulanze, vigili del fuoco, macchie di sangue sul selciato, persone che fuggono terrorizzate.

Poco dopo si incomincia a comprendere che cosa è accaduto: un’auto imbottita di esplosivo si è lanciata contro quello che è ritenuto dalla guerriglia irachena un obiettivo militare. Muoiono 11 carabinieri, quattro soldati dell’esercito e un civile. Tra i feriti, sette sono italiani. C’è anche un carabiniere donna: è la marescialla Marilena Iacobini. La sottufficiale è effettiva nella stazione dei carabinieri di Pitigliano, in provincia di Grosseto.

Un altro militare italiano risulta disperso. Ci sono anche otto morti tra gli iracheni (compreso il kamikaze). Alcuni carabinieri, spiega Andrea Angeli, portavoce dell’autorità provvisoria di coalizione, “sono ancora sotto le macerie. Si continua a scavare”. Secondo la tv libanese il numero complessivo dei feriti dovrebbe essere superiore a 80. I militari colpiti fanno parte della Msu, l’unità multinazionale specializzata. Sono arrivati a Nassiriya il 13 giugno.

La ricostruzione. Un camion forza il posto di blocco all’entrata della base e prosegue la sua corsa sino davanti alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano. Dietro al camion irrompe l’autobomba che finisce la sua corsa esplodendo e causando l’inferno.
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L’esplosione è potentissima, fa crollare gran parte dell’edificio e danneggia una seconda palazzina dove ha sede il comando. I vetri delle finestre del complesso vanno in frantumi. Nel cortile davanti alla palazzina molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche il deposito delle munizioni, da cui provengono forti esplosioni. Il traffico nella zona circostante è in tilt, mentre la popolazione scende in strada in preda al panico.

I primi a parlare di attentato suicida sono i giornalisti della tv araba Al Jazeera che ipotizzano uno o due mezzi impiegati dai kamikaze.

La base colpita, ribattezzata “Animal House” si trova nella vecchia sede della camera di Commercio, sulle rive del fiume Eufrate.

Nell’esplosione sono andati distrutti anche gli uffici di un edificio dove ha sede una Ong americana, la International Medical Corps, attiva nella zona da circa sei mesi. Tra il personale della Ong vi sono almeno altri 10 feriti, tra cui lo stesso coordinatore, il britannico Ewmar Tiangle.

Gli italiani avevano già dovuto affrontare episodi di ostilità a Nassiriya lo scorso settembre. Disordini erano esplosi durante il pagamento degli stipendi ad ex militari iracheni.

La città di Nassiriya, a maggioranza sciita, è il capoluogo della provincia di Dhi-Qar (che si estende su un’area di circa 13.000 chilometri quadrati e che ha una popolazione di quasi un milione di persone). E’ situata a circa 375 chilometri a sud della capitale Bagdad, ed è un centro di grande rilevanza dal punto di vista militare. Prima della guerra aveva circa 400 mila abitanti.

La città, sede di un’importante base aerea, è stata occupata dalle truppe anglo-americane all’inizio di aprile. E proprio Nassiriya è stata teatro di alcuni drammatici avvenimenti, dalla cattura della soldatessa Jessica Lynch, poi liberata da un commando in un ospedale iracheno, con una operazione che ha sollevato moltissimi dubbi, alle drammatiche immagine, provenienti proprio da Nassiriya, definite “disgustose” da un generale americano, di prigionieri di guerra e morti americani trasmesse da Al Jazeera a marzo.

Sempre a Nassiriya, in aprile, dopo la liberazione, marine americani, temendo un attacco suicida, hanno sparato contro un pulmino il cui autista aveva ignorato il segnale di alt. Ma invece di candelotti il veicolo era pieno di bambini, due dei quali sono morti, mentre altri otto sono rimasti feriti.

Il 15 aprile, nei dintorni di Nassiriya, nella base aerea americana di Tallil, vicinissima alla zona archeologica di Ur, si è svolto il primo incontro tra i leader dell’opposizione irachena (un’ottantina fra sciiti, sunniti, curdi e monarchici) nel tentativo di gettare le basi della ricostruzione del paese del post-Saddam.

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