Economia

Bollette tornano mensili ma rincari rimangono gli stessi

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ROMA (WSI) – Si torna all’origine. Le bollette saranno nuovamente mensili e non più a 28 giorni. A prevederlo la legge di bilancio 2018 e le compagnie di telecomunicazioni dovranno adeguarsi.

Ma spuntano rincari mensili dell’8,6%. A denunciarlo il Codacons che ha inviato un esposto all’Antitrust contro Tim e Vodafone, colpevoli di aver aumentato  le tariffe praticate ai propri clienti, di fatto annullando del tutto i vantaggi determinati dallo stop alle bollette ogni 28 giorni.

“Tim e Vodafone, pur tornando alla fatturazione mensile, sembrerebbero aver confermato l‘aumento delle tariffe (di una percentuale pari all’8,6%) già avvenuto in forza del passaggio alla fatturazione a 28 giorni, richiedendo ai loro utenti lo stesso canone annuo spalmato su 12 mensilità, anziché 13. (…) Indubitabilmente tale aumento finisce per determinare una modifica in peggio delle condizioni economiche del contratto, rispetto a quelle sottoscritte dal cliente all’atto della conclusione dell’accordo. La pratica commerciale di Tim e Vodafone sembrerebbe doversi considerare una strategia collusiva improntata a un’imposizione unilaterale di vantaggiose condizioni contrattuali in danno dei consumatori, idonea a privare questi ultimi di qualsivoglia alternativa per la garanzia dei propri interessi”.

Il problema è che se un cliente che non accetta il rincaro mensile dell’8,6% è libero di rescindere il contratto con una compagnia telefonica e stipularne uno nuovo con un’altra, ma tutte le compagnie di telecomunicazione aumentano le tariffe mensili nella stessa misura, allora la libertà di cambiare non c’è a discapito dei consumatori.

“E’ di tutta evidenza che se tutti o quasi gli operatori di mercato apportano contestuali e sostanzialmente identiche variazioni dei regolamenti contrattuali, applicando condizioni e livelli di prezzi al pubblico assolutamente corrispondenti, il diritto di recesso, l’unico strumento posto a garanzia della libertà di scelta e delle prerogative della parte contrattuale strutturalmente più debole, è di fatto negato: se le condizioni contrattuali sono le medesime per tutti gli operatori, il consumatore, sia pure recedendo dal vincolo che lo lega ad uno di essi, non potrebbe mai trovarne di diverse e più vantaggiose”.