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(WSI) – Ha approfittato volpinamente dello sciopero
dei giornali, il presidente e amministratore delegato
di Unipol Giovanni Consorte. Lasciando
con un palmo di naso tutti gli osservatori che in
questi giorni si erano sbracciati a dire che le prospettive
di una sua trattativa con Manuel Gonzales
Cid Juan Perez Calot volgevano al bello, dunque
non preoccupatevi perché la compagnia d’assicurazioni
ha messo la testa a posto e si accorda
con gli spagnoli perché passi la loro offerta pubblica
di scambio, a patto di una cessione alla stessa
Unipol del 50% di Bnl vita che attualmente fa
capo alla banca romana di via Aurora. E invece
no.
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Evidentemente i contatti, che ci sono stati e
sono stati intensi, non devono aver affatto soddisfatto
Consorte. Che venerdi’ infatti ha deciso di rompere
l’armistizio, dopo esser salito al 9,9% di Bnl,
e ha movimentato il titolo facendolo schizzare
verso l’alto di 4 punti percentuali, attraverso l’accensione
sul mercato di due opzioni non troppo
mascherate che a Unipol fanno riferimento, una
per l’1% circa e un’altra per l’1,4% di azioni Bnl.
L’effetto immediato è stato di portare il titolo
Bnl in zona ormai assai prossima ai 3 euro.
Ed è evidente che più il titolo Bnl sale, più Consorte
e la sua Unipol dicono agli spagnoli due
cose molto diverse dal «siamo d’accordo con
voi». Perché delle due l’una: o Consorte sta alzando
deliberatamente l’asta della trattativa col
Bbva al fine di obbligarlo a rilanciare il concambio
della sua ops, fermo a una valorizzazione di
2,5 euro per titolo Bnl. Ipotesi del resto più che
comprensibile, visto che gli acquisti di Bnl realizzati
da Unipol in questi ultimi tempi sono
iscritti a libro a un valore che va dai 2,75 agli oltre
2,8 euro, e dunque in caso di conferimento a
un’offerta pubblica bisogna
comunque evitare minusvalenze.
Oppure, molto più semplicemente,
la trattativa con
gli spagnoli non è solo interrotta
ma è già bell’è che finita
nel nulla, e a questo punto
Consorte ha deciso entro
mercoledì prossimo di procedere
al lancio di un’opa in
proprio sull’istituto romano. I
mezzi in teoria li ha, garantiti
da un pool internazionale di
banche guidato da Royal
Bank of Scotland. E naturalmente potrebbe
poi agire ricercando il sostegno o la convergenza
esplicita quanto meno del gruppo Caltagirone,
se non dell’intero fronte contropattista.
Del resto, Consorte non poteva aver richiesto
l’esplicita dichiarazione di sostegno dall’intero
fronte delle cooperative coinvolte nell’azionariato
di Unipol – avvenuta nei giorni precedenti e sanzionata
con una calda paginata intera ieri
dall’Unità – solo per essere autorizzato a una trattativa
di cessione della propria quota di Bnl, sia pur
in cambio del colpaccio dell’intera
Bnl Vita. E in caso di un accordo
strategico di Unipol con
gli spagnoli del Bilbao, non è da
escludere che la relativa pace sin
qui mantenuta tra i giganti assicurativi
italiani possa restare intatta.
Generali e i suoi azionisti
francesi sarebbero costretti a
reagire, e forse tanto vale allora
pensare, in questo fine settimana,
a lanciare un’opa che farebbe
salire Consorte nella prima
fila dei protagonisti italiani.
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