
ROMA (WSI) – Pagare 50mila euro di tasca propria per aver pubblicato due immagini in rete che nessuno ha mai chiesto di togliere.
Questa è la disavventura capitata a Cristina Sivieri Tagliabue, giornalista, scrittrice e blogger che a causa di una decisione provvisoria del tribunale di Roma, ora si vede obbligata a sborsare tale cifra.
Tutto era iniziato due anni fa, quando nasceva un mensile dedicato al mondo delle donne, Women. Mensile poco fortunato visto che solamente dopo un numero chiuse i battenti a causa dei problemi tra la direttrice, la Tagliabue, e la casa editrice la Contesti Creativi.
Litigio che finì anche in tribunale, a Milano, dove nell’aprile del 2012 il giudice stabilì che Contesti Creativi era la reale casa editrice e proibì a Sivieri Taglaibue “l’ulteriore utilizzazione del segno Women, sia come testata che come segno distintivo riferito ad un periodico”.
Una volta chiuse le pagine Facebook ed Internet del sito in rete rimasero però due immagini pubblicate in precedenza. Una foto di Emma Bonino sulla copertina di un numero virtuale di Women e un post datato Dicembre 2011 su Nòva100, del Sole 24 ore.
La Contesi Creativi decise allora di rivolgersi al tribunale di Roma con un decreto ingiuntivo che impose alla giornalista di pagare una penale di 25mila euro per ciascuna immagine: totale 50mila euro.
Sivieri Tagliabue ha così presentato opposizione. “Le foto non dovevano essere rimosse. C’era il divieto di utilizzare il marchio Women in futuro, non l’obbligo di intervenire su fatti pregressi, fotografie, immagini, articoli che anzi aiutarono a promuovere l’iniziativa editoriale”, sostiene il suo avvocato. “Pubblicare le foto su Facebook di fatti passati e poi cancellarle è come togliere una riga dal proprio curriculum”
Ora la decisione finale sta al tribunale e avverrà l’anno prossimo. Al momento però la blogger deve pagare, sperando, in caso le sia data ragione, che i soldi le verranno restituiti.