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BLOCCO NASDAQ: DANNO A INVESTITORI E M.MAKERS

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Le disfunzioni che hanno investito le contrattazioni sul Nasdaq dopo i problemi tecnici registrati nel pomeriggio implicano serie conseguenze per gli investitori e i market makers.

Per quanto riguarda gli scambi, lo slittamento della chiusura del Nasdaq ha causato un posponimento a catena sui mercati di derivati relativi ai titoli e indici high-tech.

Il Chicago Mercatile Exchange, il Chicago Board Options Exchange, il Pacific Exchange e il Philadelphia Exchange, per esempio, si sono visti costretti a prolungare l’attivita’ di contrattazione in tandem con il Nasdaq.

Per quanto riguarda i market makers, solo una parte degli operatori e’ stata in grado di continuare a trattare titoli. Il sistema e’ stato in grado di assicurare solo il 50% dell’intero volume di scambi grazie alla partecipazione di mercati elettronici paralleli. Il 35% proveniva dagli ECN mentre il 15% da ‘selected dealers’ (un piccolo numero di market makers dotati di una propria piattaforma elettronica).

Per quanto riguarda gli investitori istituzionali come i fondi di investimento, venerdi’ 29 giugno rappresentava l’ultimo giorno utile per rivedere i libri contabili prima della chiusura del trimestre. Il processo e’ chiamato “window dressing” perche’ consiste nello scaricare all’ultimo momento i titoli perdenti e nell’acquistare i vincenti in modo da mostrare il miglior libro possibile agli azionisti.

Molti market makers e investitori istituzionali non sono cosi’ stati in grado di riposizionarsi alla fine del trimestre come avrebbero voluto.