”L’Iraq non sta cooperando quanto dovrebbe”. Lo ha detto il capo degli ispettori Onu sul disarmo, Hans Blix, nell’ennesimo rapporto al Consiglio di Sicurezza.
Secondo Blix, ”Baghdad non ha fornito tutta la documentazione sulle armi proibite richiesta e non sta distruggendo tutti i missili Al-Samoud 2 in suo possesso”.
Ancora una volta, comunque, il capo degli ispettori ha temporeggiato, chiedendo piu’ tempo per le ispezioni.
Dalle parole di Blix dipendono le prossime mosse del Consiglio di Sicurezza. Tuttavia, un conflitto sembra ormai inevitabile, alla luce delle dichiarazioni del presidente Bush, che ieri sera, in una conferenza stampa in diretta tv dalla Casa Bianca, ha detto che “la diplomazia e’ agli sgoccioli” e che “gli Stati Uniti non hanno bisogno del consenso delle Nazioni Unite”.
La spaccatura all’interno del Consiglio di Sicurezza e’ evidente. Mentre Bush appare deciso all’intervento armato dopo un voto sulla seconda risoluzione, altri Paesi sono contrari alla guerra e propensi a dare piu’ tempo agli ispettori.
Intanto e’ giunta la notizia che Stati Uniti e Gran Bretagna hanno deciso di dare a Saddam Hussein ancora qualche giorno per soddisfare le richieste dell’Onu. Secondo indiscrezioni Baghdad avrebbe tempo fino al 17 marzo per disarmarsi completamente, oppure sara’ guerra.
Bush e Blair chiederanno al Consiglio di Sicurezza di votare sulla seconda risoluzione contro l’Iraq all’inizio della prossima settimana.
Subito dopo Blix, ha parlato il direttore generale dell’International Atomic Energy Agency, Mohamed ElBaradei, secondo cui, “per quanto riguarda le armi nucleari, nelle ultime settimane abbiamo fatto molti progressi”.
Si attendono ora gli interventi dei rappresentanti dei 15 Paesi membri del Consiglio di Sicurezza. In programma anche una conferenza stampa del Segretario di Stato USA, Colin Powell.
AGGIORNAMENTO – ORE 17:30
Nel suo discorso al Consiglio di Sicurezza, il ministro degli Esteri tedesco, Joshka Fischer, ha sottolineato che ”il rapporto di ElBaradei dimostra che degli importanti passi avanti sono stati fatti. La Germania non vede percio’ la necessita’ di una seconda risoluzione”.