Economia

Bill Gross “Draghi e i suoi amici vogliono i vostri soldi”

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Roma – Dura e secca la penna di Bill Gross, fondatore di Pimco, il fondo obbligazionario numero uno al mondo, che pubblica un editoriale sul Financial Times, dal titolo piĂą che eloquente: “Draghi and friends just want your money”, ovvero Draghi e i suoi amici vogliono solo i vostri soldi.

“Pssst! Investitori, volete conoscere un segreto? Volete sapere cosa Angela Merkel (cancelliera tedesca), Francois Hollande (presidente francese), Christine Lagarde (direttore dell’Fmi) e Mario Draghi (presidente Bce) hanno in comune? Vogliono tutti i vostri soldi!”.

E’ stato un loro desiderio per anni – continua l’editoriale – ma voi investitori state resistendo, “puntando su asset a rendimenti negativi come quelli della Svizzera e della Germania e su un crescente numero di altri paesi che vengono considerati paradisi dell’Unione europea”. Ma loro vogliono che “voi siate meno frugali e che propendiate piĂą verso il rischio. Vogliono che i vostri soldi sostituiscano i loro in Spagna, Italia e, ovviamente, in Grecia, e non aggiungono altro. Altri esempi, d’altronde, vi metterebbero in uno stato di allerta”.

“Investitori – pregano (Draghi e amici) – mostrateci i vostri soldi”. Insomma, secondo Gross il vero obiettivo della politica fiscale e monetaria dell’Unione europea è quello di convincere il settore privato a finanziare debiti che le autoritĂ  monetarie, per primi, sanno che da sole non riusciranno a ripianare.

Gli investitori, spiega Gross, vengono distratti da assegni del valore di centinaia di miliardi di euro (erogati a favore dei paesi piĂą deboli) e dalle varie promesse che risaltano nei titoli dei giornali, ma dimenticano che il reale obiettivo di Draghi & company è quello di appropriarsi dei loro “trilioni”. Anche Hollande, che fa parte della sinistra francese, “riconosce che il settore privato è cruciale per la crescita, in futuro, dell’Unione europea”.

E c’è poi l’infanno della soglia del 7%; quello secondo cui, se i tassi non superano tale soglia, “i nuotatori possono ancora toccare sabbia”, come spiega Gross. E invece non è così, visto che “forse neanche il 4% (il riferimento è ai tassi italiani e spagnoli) non è superficiale in modo sufficiente”. D’altronde, “ai rendimenti correnti, ai tassi di crescita attuali e considerati i deficit, gli spread potrebbero aggiungere un 2-3% al rapporto debito/Pil di Italia e Spagna ogni anno”.