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BERNANKE NON RISOLLEVA WALL STREET, ANZI

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Dopo l’apertura debole sui mercati americani si sono intensificate le vendite e a meta’ giornata i listini si muovo in corrispondenza dei minimi intraday. Il Dow Jones cede lo 0.74% a 12458, l’S&P500 lo 0.72% a 1357, il Nasdaq arretra dell’1.06% a 2348. L’accelerazione al ribasso e’ avvenuta subito dopo le parole del presidente della Fed, Ben Bernanke, alla Commissione bancaria del Senato Usa, su un deterioramento delle condizioni economiche degli Stati UNiti.

Il capo della Banca Centrale ha annunciato un peggioramento dei settori immobiliare, del credito e del mercato del lavoro, confermando come non sono da escludere nei prossimi mesi ulteriori perdite da parte delle istituzioni finanziarie legate al business dei mutui. Nonostante le rassicurazioni sulla dinamica inflazionistica e sull’outlook dei tassi d’interesse, l’azionario continua a spingersi al ribasso.

Bernanke ha detto che non vede un ciclo recessivo quest’anno, ma che prevede un inevitabile ulteriore rallentamento della crescita dicendosi pronto ad intervenire con tempismo per sostenere l’economia. Lo scenario congiunturale, ha spiegato il numero 1 della Fed “é peggiorato nel corso degli ultimi mesi ed i rischi al ribasso sono aumentati”, mentre l’inflazione è destinata a rientrare. Per il mercato appare sempre più scontato che la banca centrale americana taglierà nuovamente il costo del denaro a marzo, e i futures sui tassi indicano che gli analisti danno all’80% la probabilità di una sforbiciata di mezzo punto – con tassi al 2,25% – mentre il restante 20% si attende una riduzione di un quarto di punto.

Eppure sembravano aver posto le basi per un proseguimento del rally i dati macro diffusi prima dell’apertura che hanno evidenziato un calo delle richieste di sussidio da parte dei disoccupati e una contrazione del deficit della bilancia commerciale
statunitense. Il comparto del lavoro continua a polarizzare l’attenzione degli investitori dopo aver assistito negli ultimi mesi ad un balzo della disoccupazione al 5% e alla perdita (la prima in oltre 4 anni) di posti.

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Sul fronte societario, occhi ancora puntati sulle societa’ “bond insurer”. Il sovraintendente delle Assicurazioni per lo Stato di New York, Eric Dinallo, ha annunciato che permettera’ alle aziende del comparto di separare i business dei bond municipali da quelli di assett maggiormente a rischio (leggere l’articolo PORTFOLIO: I MUNI BOND SONO L’AFFARE DEL SECOLO).

A livello settoriale le migliori performance sono segnate dai comparti: Tires & Rubber +5.7%, Broadcasting & Cable TV +3.4%, Fertilizers & Agricultural Chemicals +2.8%, Casion & Gaming +1.8%, e Coal & Consumable Fuels +1.5%. Tra i piu’ forti ribassi: Education Services -4.9%, Electronic Equipment Manufacturing -3.4%, Apparel & Accessories -3.0%, Specialty Stores -2.9%, e Auto Retail -2.8%.

Alle 12.30 E.T. il volume di scambio e’ di 523 milioni di pezzi al NYSE e 966 milioni al Nasdaq. I titoli in rialzo contro quelli in ribasso sono 782 a 2224 al Nyse e 843 a 1887 al Nasdaq. I nuovi massimi contro i nuovi minimi delle ultime 52 settimane sono: 11 a 19 al NYSE e 8 a 24 al Nasdaq.

Sul valutario, il dollaro frena, con l’euro che risale sopra la soglia 1,46, dopo che il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha lasciato intendere che la banca centrale americana potrebbe varare un nuovo taglio dei tassi di interesse in previsione di un ulteriore rallentamento dell’economia. Il dollaro è così scivolato contro l’euro a 1,4650 da 1,4574 della chiusura di ieri a New York.

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