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Bernanke: crescita 3-4% non risolvera’ il nodo occupazione

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La ripresa prosegue con una certa consistenza, ma la crescita del PIL prevista del 3-4% nel 2011 non sara’ tale da alleviare le sofferenze sul fronte occupazionale. Almeno non quanto desiderato dalla banca centrale. Questo in sintesi il concetto espresso dal numero uno della Federal Reserve Ben Bernanke.

Le previsioni dimostrano quanto il cielo si sia schiarito agli occhi dei funzionari di politica monetaria da novembre, quando la Fed prevedeva una crescita compresa nella forchetta del 3-3,6%. Allora la Banca Centrale ha lanciato ufficialmente il controverso piano di acquisto di $600 miliardi di titoli a lunga scadenza, volti a mantenere i tassi di interesse bassi e alimentare la ripresa, abbassando al contempo l’elevato tasso di disoccupazione (allora al 9,8%, oggi al 9,4%).

“L’economia si sta rafforzando”, ha detto Bernanke durante un forum delle PMI a Washington DC promosso da FDIC – il comitato di politica monetaria dell’istituto – e l’emittente Usa Cnbc. “E’ migliorato negli ultimi mesi. Tanto che una crescita dell’ordine del 3-4% quest’anno sembra ragionevole”.

E fin qua tutto bene. Il problema e’ “che non sara’ tale da ridurre il tasso di disoccupazione nella maniera che ci piacerebbe facesse, anche se certamente l’economia in crescita significa anche un aumento del fatturato e del numero delle aziende”.

Bernanke e’ intervenuto anche sulla questione ancora calda delle due agenzie di erogazione dei mutui semigovernative Fannie Mae e Freddie Mac, le quali “vanno riformate per ristabilire un mercato dei prestiti immobiliari residenziali in salute”. La ripresa del mercato del mattone, ha proseguito Bernanke, e’ “un processo che va a rilento. La situazione non cambiera’ dal giorno alla notte”. Deve tornare la fiducia, oltre che la crescita economica.

Per quanto riguarda i rischi di deflazione essi “sono calati in maniera considerevole” da agosto “e pertanto ci stiamo muovendo nella direzione giusta”.