(WSI) – L’Italia deve tornare a crescere e per fare questo ha bisogno di una scossa, “una delle più forti” della sua storia, con l’obiettivo di far crescere il Pil di “3-4 punti in cinque anni”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio, Berlusconi, in un’intervista al Tg1. Il primo commento a caldo negli ambienti bancari ed economici: sono le solite dichiarazioni a effetto del premier, mai seguite dai fatti (come quando nell’ultima campagna elettorale promise la creazione di “2 milioni di nuovi posti di lavoro”. Invece, la disoccupazione in Italia e’ ai massimi storici).
“Per tornare a crescere, l’economia ha bisogno di una scossa, e per questo abbiamo predisposto un piano della crescita, che secondo noi dovrebbe dare una grande scossa, forse una delle più forti della storia italiana. L’obiettivo è l’incremento del Pil del 3-4% in 5 anni. Tutte le banche e gli organismi internazionali (Fmi e Ocse) danno il Pil Italia intorno all’1 (o sotto) nel 2011 e 2012. Il che moltiplicato per 5 anni corrisponde appunto a un crescita anemica.
In Consiglio dei ministri faremo la modifica dell’art.41 della Costituzione: sarà lecito intraprendere e fare tutto quello che non è vietato espressamente dalla legge senza chiedere un’infinità di autorizzazioni, come accade adesso”.
Il Presidente del Consiglio prendera’ parte, com’era previsto, al Consiglio europeo di Bruxelles venerdi’ 4 febbraio. Per questo motivo, il Consiglio dei Ministri dedicato alle misure per la crescita economica, annunciate dallo stesso Presidente Berlusconi, si svolgera’ martedi’ 8 febbraio alle ore 12,30 in seduta straordinaria.
Nel frattempo si torna a parlare (male) della conduzione faziosa del telegiornale diretto da Enzo Minzolini. “Il Tg1, nelle sue varie edizioni, ha ridotto a una ‘brevissima’ la notizia sull’impoverimento delle famiglie rilevato dall’Istat. Perche’ si vuole nascondere questa notizia? Perche’ si vuole dare l’immagine di un’Italia che pensa solo alle ‘settimane bianche’ o a cenare in costosi ristoranti?”. Lo afferma Luca Borgomeo, presidente dell’associazione dei telespettatori cattolici Aiart.
“Alla notizia e’ stata data ampia risonanza dal tg2, dal tg3 e da molti siti internet. Il tg1 invece l’ha in sostanza ignorata, quasi volesse nascondere un segnale inequivocabile della crisi e la scarsa attenzione della politica nei confronti delle famiglie – continua Borgomeo – Questo non e’ servizio pubblico”.