Puntare ancora su Mohammed Khatami? L’amministrazione americana ha deciso di abbandonare al suo destino il presidente iraniano, finora cautamente appoggiato in contrapposizione alla Guida spirituale, Ali Khamenei.
«Noi crediamo solo nei giovani che scendono in piazza – ha affermato Colin Powell nei più recenti colloqui con i partner europei – Sono loro gli interlocutori più credibili in Iran». Di tutt’altro parere Javier Solana, l’Alto responsabile per la politica estera e della sicurezza dell’Unione europea. Incontrando Powell sul Mar Morto, nel corso della sessione straordinaria del World Economic Forum, Solana ha ripetuto che l’Ue continua a credere nel riformismo di Khatami il quale, anzi, ancor più in questa difficile situazione, andrebbe sostenuto.
Un nuovo contenzioso sta per dividere Stati Uniti ed Europa nel momento in cui Silvio Berlusconi assume la presidenza dell’Ue. E’ certo che nel corso del summit a Crawford, nel ranch di George W. Bush, il 20 luglio prossimo, il presidente americano solleverà la questione Iran e soprattutto l’obbligo da parte di tutti i paesi di rinforzare le sanzioni economiche. E’ proprio questo l’argomento più spinoso che rischia di rovinare il viaggio americano di Berlusconi. Che da quando è arrivato a Palazzo Chigi ha auspicato e sollecitato forti legami economici fra Italia e Iran tanto da aver favorito diverse missioni politico-commerciali a Teheran.
Proprio nelle prossime settimane le autorità iraniane dovranno prendere un’importante decisione su una commessa multimiliardaria che riguarda il settore automobilistico. In ballo ci sono 700 mila vetture da fabbricare in Iran. L’Italia è in pole position con la Fiat. La Francia segue a ruota con la Citroen. Berlusconi fa lobbying per la casa italiana. Ma se Bush dovesse mettere il veto per lui sarebbe un guaio.
Copyright © Il Riformista per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved