Dopo Bill Gates, Rupert Murdoch e Soros, ma prima di Steve Jobs. Silvio Berlusconi conquista il quarto posto nella lista dei 25 uomini più ricchi e potenti del mondo redatta dall’inglese Financial Times. Un quarto posto inaspettato per il presidente del Consiglio italiano, conquistato non solo per una questione di soldi, di ville e di imprese che macinano profitti.
La lista del Financial Times, che mette in fila, uno dopo l’altro circa 600 miliardari, è differente dalle pagelle basate solo sulla quantità di dollari accumulati. La ricchezza è sì necessaria per guadagnarsi un posto nella classifica, ma non basta. E’ l’impatto che i super ricchi hanno sulla società, “sull’influenza che hanno su ognuno di noi”, scrive il quotidiano della City, che fa la differenza con le comuni classifiche. Conquistano le vette i personaggi che “stanno cambiando tutto, dal modo in cui votiamo a quanto a lungo viviamo”, avverte il giornale economico.
La filantropia, per esempio, è un indice significativo, tanto che Bill Gates conquista il primo posto non tanto perché è l’uomo più ricco del mondo, non perché è il padrone di Microsoft, ma perché finanzia progetti per la cura dell’Aids e della malaria. All’estremo opposto nelle valutazioni del Financial Times c’è invece il capitolo dei ricchi che si sono dati alla politica. Uomini che influenzano e cambiano in profondo il modo in cui viviamo. E qui il premier italiano batte tutti, compreso il magnate di Bloomberg e ora sindaco di New York, Michael Bloomberg, che si piazza solo al nono posto.
Come Silvio Berlusconi influenza la vita di tutti noi? Il Financial Times nel profilo che gli dedica ricorda che il premier non è solo l’uomo più ricco d’Italia, con un patrimonio valutato in 10 miliardi di dollari, ma ricorda che da quando è presidente del Consiglio “ha dato battaglia a giudici e rivali, ha fatto leggi a favore delle sue necessità commerciali e personali… Si è allineato con George Bush e Tony Blair nella guerra in Iraq andando incontro a ulteriore impopolarità a casa e all’estero”. Insomma non un politico qualunque.
Di tutte le fresi che Berlusconi ha pronunciato nella sua carriera politica il quotidiano della City ne cita solo una: “Solo io posso rimettere in sesto questo Paese”. E nel capitolo “cosa dicono di loro”, il Financial Times riporta il giudizio che diede l’Economist nell’aprile del 2001 e che sollevò le ire del premier: “Inadatto a governare l’Italia”.
Per ognuno dei 25 miliardari il giornale pubblica un profilo, diviso in quattro capitoli. Come hanno accumulato la ricchezza, che cosa ci stanno facendo, cosa dicono, cosa dicono gli altri di loro. Dopo Bill Gates, al secondo posto c’è Ruperth Murdoch, magnate dell’editoria. Di lui il giornale cita una sola significativa frase: “I monopoli sono una cosa terribile…fino a quando non ne hai uno”. Al terzo posto c’è George Soros, il finanziere filantropo che quest’anno si è schierato apertamente dalla parte dei democratici nella campagnia presidenziale Usa.
La lista è il frutto di un’indagine dei corrispondenti del quotidiano della City che hanno chiesto in giro per il mondo chi tra i tanti milionari fosse riuscito a influenzare di più la vita di ognuno di noi. Una lista provvisoria, sottoposta poi a cinque “giudici” che hanno apportato alcuni ritocchi. Lavoro faticoso perché non è stato facile scegliere. Chi per esempio tra Ruperth Murdoch e Tud Turner, il miliardario che ha fondato la Cnn, ha cambiato di più il mondo? Per ora la scelta è fatta, ma non è detto che rimanga eterna.
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