Società

BEN BERNANKE E LA MACCHINA FRIGORIFERA

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Leon Zingales e’ collaboratore di WSI. PhD in Fisica, Dipartimento di Matematica, Università di Messina, gestisce anche il bel blog IlCignoNero e che ringraziamo. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – L’attuale crisi evidenzia la necessità di un profondo mutamento dei modelli macroeconomici. Le analogie con la Fisica possono essere d’ausilio ed in questo nuovo approccio il Quantitative Easing utilizzato da Bernanke può essere interpretato come una macchina frigorifera che sta fornendo energia al sistema finanziario a spese dell’economia reale.

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In Fisica bisogna rispettare il principio di causalità: il futuro non può influenzare il presente. In Economia il vincolo della freccia del tempo scompare: il futuro influenza il passato poiché è possibile creare un flusso dell’energia monetaria attraverso la creazione del debito.

Mancando la comprensione di questo concetto base, vengono fuori teorie macroeconomiche prive di ogni evidenza sperimentale. La dinamica dei processi economici non può essere compresa pensando che in ogni istante l’energia monetaria deve essere costante. Non è infatti un caso che sovente si osserva un contemporaneo aumento (o analogamente una sincrona diminuzione) di tutti gli asset e di conseguenza viene a cadere il postulato della diversificazione del portafoglio.

Mentre in Fisica il principio di conservazione dell’Energia (ovviamente inteso in senso relativistico) deve essere valido in ogni istante, in Economia il principio di conservazione rimane valido soltanto integrando sulla variabile tempo. In altre parole, in un certo istante si può creare energia (prendendola in prestito dal futuro indebitandosi) ma nel contempo in un altro istante la somma dei contributi energetici dei processi economici deve essere negativa come conseguenza della restituzione del debito. In un sano sistema economico questa oscillazione tra presenza di sorgenti (creazione di energia prendendo in prestito energia monetaria dal futuro) e pozzi (restituzione del debito) è foriera di sviluppo consentendo un processo di creazione di ricchezza.

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Il futuro in un dinamico gioco presta energia al passato per poter essere realizzato in modo migliore; il dramma si ha quando il passato, posseduto da un’insana avidità e sguazzando in un’orgia di debiti, rifiuta di restituire energia creando una bolla a spese di ulteriori prestiti dal futuro.

Nella dinamica Hamiltoniana, energia e tempo sono variabili coniugate. In virtù di tale relazione, dall’omogeneità del tempo (invarianza per traslazione temporale) discende il principio di conservazione dell’energia in un sistema chiuso. Per analogia con la Fisica, la non conservazione dell’energia monetaria è intrinsecamente connessa con la non omogeneità del tempo in economia. Questo è il mutamento epistemologico che consente di comprendere in una luce nuova inflazione e deflazione.

L’inflazione è un fuoco distruttore (chiaramente quando supera una soglia tollerata e forse anche necessaria) che accelera il tempo, incrementa la velocità con cui avviene qualsiasi processo economico. Viceversa la deflazione è associata ad un rallentamento della scala temporale e come conseguenza aumenta il valore del debito. L’inflazione riscalda liquefando i debiti ma anche il potere d’acquisto (e quindi distrugge i risparmi), la deflazione ghiaccia il debito accumulandolo e condensa il risparmio in una staticità mortale.

La politica di Bernanke di coniare moneta attraverso il processo di Quantitative Easing evitando nel contempo l’incremento della massa M1 presente nel mercato reale ha effettuato una segregazione tra il sistema finanziario (in iperinflazione) e l’economia reale (in deflazione). Le scale temporali con cui si evolvono i due sistemi sono ormai divergenti. Il sistema finanziario sta aumentando la temperatura, mentre l’economia reale è in fase di congelamento.

Il Quantitative Easing ha funzionato da macchina frigorifera che sta raffreddando sempre più il sistema reale rubandogli energia che procede a riscaldare ulteriormente il sistema finanziario. I sistemi sono per ora tenuti incollati dall’incremento del debito pubblico (malgrado consideri gli USA come l’esempio più eclatante, con particolari specificità la medesima situazione sta ormai avvenendo anche in Europa e Giappone), ma ciò determina un circolo vizioso che aumenta la velocità con cui avviene lo spostamento di energia dal sistema a scala temporale rallentata (l’economia reale) verso il sistema con tempo accelerato (l’economia finanziaria).

Il crescente deficit pubblico sta solo temporaneamente rallentando gli effetti deflattivi, ma al più presto le ricadute saranno drammatiche. Il sistema nel suo complesso è entrato in una fase di assoluta instabilità. In tale ambito una qualsiasi perturbazione, seppur piccola, potrà avere effetti fortemente destabilizzanti.