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BEAR MARKET RALLY, UNA DOVUTA PAUSA

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*Questo documento e’ stato preparato da Maurizio Milano,
responsabile Analisi Tecnica del Gruppo Banca Sella, ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

WSI) –
La reazione tecnica di forte rimbalzo dai minimi del 6-9 marzo – dopo un primo bimestre in forte lettera ed una discesa dei principali indici azionari mondiali verso i livelli del 1996 (Usa), 1997 (Europa) ed addirittura 1994 (Italia) – ha consentito finora un recupero generale superiore al 40% (per il FTSE/Mib addirittura +68%), con gli indici che si stanno avvicinando a livelli critici di resistenza.

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Il trend rimane rialzista, nonostante una perdita di spinta nelle ultime settimane, che sembra comunque più una pausa di riaccumulazione che non l’anticipo di un prossimo storno. Gli obiettivi “finali” del bear market rally si stanno comunque avvicinando: possiamo ipotizzare che la salita abbia percorso circa i due/terzi – tre/quarti del cammino di rialzo che la lettura dei grafici lascia al momento ipotizzare.

Pur non emergendo ancora segnali di esaurimento né, tanto meno, di inversione, è chiaro che le prospettive di risk-reward diverranno man mano meno attraenti all’avvicinarsi degli obiettivi “finali”. Visto che il quadro tecnico più ampio rimane improntato alla debolezza (il major trend rimane infatti quello di un mercato Orso), a livello operativo si conferma quindi l’opportunità di monetizzare gli utili realizzati nell’ultimo trimestre all’avvicinarsi degli obiettivi indicati.

Per le prossime settimane è importante che eventuali prese di beneficio non siamo marcate: una correzione tra il 5 ed il 10% dai livelli correnti sarebbe fisiologica e non comprometterebbe la ripresa del rally nelle prossime settimane. Da un punto di vista operativo sono ancora possibili acquisti sulla debolezza ma il focus deve ora spostarsi su una exit strategy che consenta di alleggerire l’esposizione all’avvicinarsi degli obiettivi, portando a casa gli utili realizzati ed abbassando il profilo di rischio.

A livello settoriale è probabile che l’ultima fase del rally sia trascinata dall’energia, dalle utilities e dall’alimentare, che negli ultimi 3 mesi sono stati sottoperformanti rispetto a banche ed auto. Le prospettive per l’azionario nei mesi a venire – una volta che saranno raggiunti gli obiettivi indicati, corrispondenti grosso modo ai livelli di inizio ottobre 2008, a circa un +15-20% dai livelli correnti – non appaiono particolarmente attraenti.

Esauritosi il bear market rally, l’asset da privilegiare tornerà perciò ad essere la liquidità. Se poi la correzione (estiva?) si arresterà – com’è lecito ipotizzare – ben al di sopra dei minimi di inizio marzo (un buon supporto sarebbero i minimi di maggio), allora potremo concludere che il mercato entrerà in una lunga fase laterale di riaccumulazione, in cui sarà premiante un’operatività di acquisti sulla debolezza e vendite sulla forza.
Per il momento concentriamoci ancora sul “cavalcare” il bear market rally, con un’attenzione crescente a gestire l’uscita.

Sul fronte volatilità implicita è proseguita la tendenza ribassista degli ultimi mesi: la stabilizzazione del Vix al di sotto del supporto critico in area 35-37 ha dato un chiaro segnale distensivo – confermato anche dalla discesa del Vix al di sotto del Vxn –, innanzitutto sul settore finanziario e, a cascata, su tutto il listino. Il ritorno sui livelli di volatilità di metà settembre 2008 (prima cioè del fallimento di Lehman e del conseguente crash azionario di ottobre-novembre) dà un segnale molto positivo, aumentando la probabilità che i minimi del 6-9 marzo siano effettivamente “il” minimo del mercato.

I segnali di ripresa dell’azionario hanno trovato conferma anche sui listini asiatici. Si segnala il fortissimo rialzo dell’India ed il recupero di forza relativa del Giappone nelle ultime settimane. Sempre in rialzo la Cina, mentre consolida sui massimi di periodo la Corea.

Per l’India (indice Sensex30, ticker Bloomberg SENSEX) il rally si è spinto, in accelerazione, fino ad un picco a 15600 il 12 giugno (+93,6% dai minimi). La tenuta del supporto critico in area 13500-14000 (PC 14785) manterrebbe un’impostazione tonica, anche se la forte resistenza a 16000 potrebbe arrestare la salita per le prossime settimane (resistenza successiva, chiave, in area 17250/750).

Per la Cina (Indice Shanghai Composite, ticker Bloomberg SHCOMP), si conferma l’impostazione rialzista, dopo i minimi del 28.10.2008 a 1665. Il rally ha finora toccato un massimo a 2829 l’11.06.2009 (+69,9% dai minimi). La tenuta del supporto in area 2540-2600 (PC 2789) manterrebbe un’impostazione tonica, con prossimo obiettivo la resistenza critica a 2950 (estensioni verso 3200).
Per la Corea (indice Kospi, ticker Bloomberg KOSPI), si è assistito ad un rialzo dal minimo del 3 marzo a 993 fino ad un picco a 1438 il 2 giugno (+44,8% dai minimi). La tenuta del supporto in area 1300/15 (PC 1412) manterrebbe un’impostazione tonica, con obiettivo la forte resistenza a 1500.

Prosegue l’ottimo andamento dell’indice brasiliano Bovespa (ticker Bloomberg IBOV): dai minimi di fine ottobre 2008 a ridosso di 29400 l’indice sudamericano ha invertito al rialzo, con 4 mesi di anticipo rispetto agli indici principali, ed ha messo a segno una risalita con un picco a 54955 il 2 giugno (+86,9% dai minimi). La tenuta del supporto in area 48300-50000 (PC 52807) manterrebbe un’impostazione rialzista anche per i prossimi mesi, con obiettivo la resistenza critica a 58000 ed estensioni verso la soglia psicologica di resistenza a quota 60000.

Prosegue l’ottimo andamento dell’indice russo Micex (ticker Bloomberg INDEXCF): dai minimi di fine ottobre 2008 a ridosso di 493,6 ha invertito al rialzo, con 4 mesi di anticipo rispetto agli indici principali, ed ha messo a segno una risalita con un picco a 1227 il 2 giugno (+148,5% dai minimi). La tenuta del supporto in area 1000/50 (PC 1092) manterrebbe un’impostazione rialzista anche per i prossimi mesi: obiettivo 1250 e quindi la resistenza chiave in area 1400-1550).

Dopo la correzione degli ultimi 3 mesi, l’obbligazionario è ormai prossimo a livelli di supporto importanti, ma un rimbalzo significativo dei corsi potrà avvenire solo quando si sarà esaurito il rally dell’azionario.

A livello valutario, il dollaro dovrebbe rimanere in una situazione di ampia lateralità, con volatilità comunque elevata: contro euro nell’intervallo 1,3400 (ext 1,3100) – 1,4340 (ext 1,4720); contro yen nell’intervallo 93,55/85 – 101,50 (estensioni verso 103,75-104).

Sul fronte petrolio/commodities, è probabile che la fase di positività in essere da fine febbraio – che interrompe la forte discesa iniziata dai picchi di metà luglio 2008 – prosegua anche per le prossime settimane. L’apprezzamento del petrolio (PC crude: 71,71; +90,9% circa dai minimi) e delle altre materie prime (PC indice CRB: 260,19; +30% circa dai minimi) ha natura congiunturale, ed è strettamente legato al rally dell’azionario. Ci sono quindi ancora spazi di salita, ma gli obiettivi del rialzo si stanno avvicinando.

Sul petrolio una forte resistenza è individuabile a 86, sull’indice CRB in area 278,50-285. Un segnale di debolezza si avrebbe invece al di sotto di 56,50 e di 236-40, rispettivamente (poco probabile).

Per l’oro (PC gold spot 935) è probabile prosegua la fase laterale al di sopra del supporto in area 865-880 ed al di sotto della resistenza in area 990-1006. Il trend rialzista dominante riprenderebbe solo col superamento dei massimi in area 1006/33 (poco probabile).

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