(Teleborsa) – L’agenda del Vecchio Continente prevede oggi l’appuntamento con la riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea. Per la maggior parte degli analisti, le attese sono per un nulla di fatto all’unanimità in materia di tassi. Ma quello che più interessa gli operatori, sono le parole del Presidente della BCE, Trichet, che come di consueto terrà la conferenza stampa, dopo la decisione sul costo del denaro. Il discorso che oggi terrà il numero uno dell’Eurotower, sarà anche la prima dopo l’esito positivo degli stress test bancari, imposti da BCE, UE e CEBS. Su 91 istituti controllati, solo 7 non hanno superato la prova che prevedeva un Tier 1 (rapporto capitali propri/attività totali) di almeno il 6% nello scenario economico peggiore, anche se gli operatori hanno espresso perplessità e dubbi sulla rigorosità dei criteri di valutazione adottati. Molto probabilmente Trichet ridadirà la solidità del sistema bancario europeo fotografata dagli stress test, confermando così l’opinione della Commissione Europea, espressa dopo la diffusione dei risultati, che hs sottolineato l’importanza di tale strumento per restaurare la fiducia. Se come dice Bruxelles, gli stress test hanno dimostrato che il patrimonio delle banche é più che adeguato, perchè c’è ancora riluttanza a concedere credito all’economia? Dall’ultimo sondaggio della BCE, infatti, relativo al secondo trimestre, è emerso che le banche hanno irrigidito i criteri per la concessione dei prestiti. Colpa solo del debito sovrano? Secondo la BCE, gli effetti negativi della crisi europea del debito sovrano hanno accresciuto le difficoltà di finanziamento degli istituti sul mercato interbancario. Lo ha affermato l’istituto la settimana scorsa quando ha pubblicato l’indagine trimestrale sul credito condotta dalla Banca centrale europea: le banche europee prevedono un’ulteriore restrizione dei criteri per concedere prestiti alle imprese nel trimestre in corso. “Le banche hanno riferito come l’accesso ai finanziamenti ‘wholesale’ sia stato più difficile rispetto al primo trimestre”. Nel terzo trimestre dell’anno le difficoltà sembrano destinate a permanere, stando alle attese delle banche, seppure in forma attenuata rispetto ai tre mesi a giugno. Nel frattempo non si possono ignorare i segnali positivi, che sono giunti dalle ultime indicazioni congiunturali, con gli indici manifatturieri di Eurolandia a fronte di quelli americani che segnalano invece ancora un rallentamento. Il venir meno però dei benefici agli stimoli pubblici continua a far riacutizzare alcuni timori. Dunque quello a cui si assiste ultimamente, per spiegare così il recente andamento dei listini azionari, è che tra gli operatori regna l’incertezza pura, che fa fare un passo avanti ed un passo indietro tanto per mantenersi in equilibrio e non esporsi più di tanto finché le cose non saranno più chiare.
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