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Bce: uno sbaglio alzare i tassi ora. Occhio agli sbalzi dell’euro

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Legnano – Oggi ci troveremo di fronte ad un importantissimo market mover, la conferenza stampa del numero uno della BCE Trichet, che seguirà la decisione di rialzare i tassi di 0.25 punti, portandoli così all’1.50%. Decisione corretta o mossa sbagliata? Dal punto di vista dell’economia reale crediamo che le tempistiche per effettuare questo ulteriore rialzo siano davvero sbagliate.

Le conseguenze sulle spese per consumi delle famiglie potrebbero essere davvero importanti in quanto una grossa fetta di persone si trova a dover combattere con una situazione lavorativa critica e dei debiti da pagare. L’aumento di tassi, in un momento del genere, va a drenare liquidità dal mercato in maniera parziale e con effetti di seconda battuta che andrebbero valutati in maniera concreta dalla BCE, che forse a volte dovrebbe lasciare da parte i modelli macroeconomici che stanno alla base delle decisioni sulla politica monetaria.

Va da sé che il compito primario ed unico della BCE sia quello di badare alla stabilità dei prezzi nel medio periodo, ma anche se non specificato nel proprio statuto, un occhio alla crescita si potrebbe anche buttare, soprattutto ora che anche dalla Germania e dalla Francia arrivano (per la verità) deboli segnali di riduzione dei consumi.

Consideriamo i Paesi periferici, dove la maggior parte di mutui e finanziamenti sono rilasciati sulla base del tasso variabile. Bene, le famiglie si troverebbero a dover pagare una rata più alta per ogni mutuo/finanziamento contratto. Questi soldi vengono sottratti ai consumi che sono già in difficoltà e vengono trasferiti al sistema bancario. Gli istituti di credito ora hanno a disposizione una maggior quantità di denaro che potrebbe essere investita in maniera differente: si possono prendere dei posizionamenti su attività finanziarie risk free, in quanto i rendimenti offerti sono aumentati (per l’Italia su questo peseranno le decisioni di Tremonti e del parlamento circa la nuova finanziaria), ma molti soldi potrebbero essere utilizzati per alimentare il circuito del credito, il che farebbe sì che molto denaro di quello che si vorrebbe drenare rimanga di fatto in circolazione.

E speriamo che accada davvero una cosa del genere, perché allo stato attuale dell’arte è quello di cui l’Europa avrebbe bisogno. A livello pratico cosa potrebbe accadere sull’euro?

Abbiamo visto come, sulla scia dell’avversione al rischio, si siano verificate delle forti vendite di euro che hanno portato a raggiungere livelli considerabili appetibili nel breve periodo. Ci troviamo però in una situazione ibrida, dove l’euro potrebbe davvero muoversi o a rialzo o a ribasso, quasi con le stesse probabilità. Abbiamo infatti constatato che l’avversione al rischio, scatenata dalle intelligenti agenzie di rating, è più forte dell’aspetto differenziale di tasso.

Tutto dipenderà da quanto Trichet sarà chiaro circa il futuro: il mercato per ora prezza un aumento oggi, una pausa estiva, ed un ulteriore aumento in autunno. Non escludiamo che se dovesse essere comunicata l’intenzione di perseguire questa strada (già attesa dagli analisti) e se dovessero essere fatti dei commenti negativi sulla Grecia l’euro potrebbe continuare il sell off, ma il fatto che stia facendo base a 1.4300 contro il dollaro fa sperare anche in un recupero.

Come sempre non dobbiamo cercare di intuire un singolo movimento, ma dobbiamo essere pronti ad operare di fronte a qualsiasi scenario. La volatilità iniziale sarà alta, per cui ai trader meno aggressivi consigliamo di non prendere posizioni in concomitanza della conferenza stampa, ma di aspettare le domande dei giornalisti per vedere cosa stresserà Trichet e per vedere che direzione prenderà il cambio. Meglio una maggior sicurezza di ottenere profitto che un miglior prezzo di carico dell’operazione.

Passiamo ad osservare la delicata situazione della moneta unica, che di certo non può beneficiare delle continue notizie negative inerenti ai debiti sovrani.
Dall’apertura del mercato, domenica sera, il cambio eurodollaro nello specifico ha lasciato sul terreno quasi tre figure. Questo particolare movimento, nonostante la velocità, ha di fatto permesso ai prezzi di rimanere all’interno di quella grande figura a triangolo che guida i movimenti del cambio da fine aprile.

Se osserviamo, infatti, un grafico giornaliero possiamo notare come dal massimo di 1.4925 del 28 aprile scorso sia possibile tracciare una trendline negativa che congiunga i massimi calanti (l’ultimo il mancato superamento di 1.4550). Allo stesso modo, seppur dal 23 di maggio, è possibile compiere al di sotto dei prezzi: è possibile trovare così una linea di tendenza positiva che, fedelmente, ha seguito i massimi crescenti e che, quasi perfettamente, coincide con la media mobile di lungo periodo.

Tracciate queste due linee è possibile riconoscere una figura a triangolo appunto che giunge al termine di un percorso in salita davvero interessante (da 1.2875 a 1.4925). Per le prossime ore le due trendline indicano due livelli dinamici a 1.45 e 1.42: sarà interessante, a questo punto, osservare dove avverrà la rottura anche se sappiamo che il triangolo in genere è una figura di continuazione di un trend.

Nulla di nuovo sul cambio UsdJpy… che novità! È in effetti da qualche settimana che le oscillazioni sono particolarmente contenute, in attesa di una rottura di un livello chiave: non è nemmeno semplice andare a ritrovare una situazione simile, andando indietro negli anni. Questi livelli, oramai abbiamo compreso, sono suggeriti da 81.25, al di sopra come resistenza e da 80.60 e 80.30, al di sotto come supporto.

Vediamo ora il cambio EurJpy. Anche in questo caso rimaniamo su un timeframe di lungo periodo, quindi un giornaliero, per notare come il movimento da un paio di mesi abbia assunto una configurazione piuttosto laterale, come un rettangolo. Certo non sono i 125 punti di range del cambio UsdJpy (in questo caso infatti sono circa 400), ma possiamo notare una grande coincidenza di massimi e minimi. In questo caso, privi di ulteriori indicazioni nel breve, forse val la pena attendere una rottura per osservare la nascita di una nuova tendenza che porterebbe in dote un buon margine di pip. I punti interessanti, in questo caso, sono dati da 113.50 e 117.75.

Il cable ha compiuto ieri un ulteriore piccolo passo di allontanamento dal livello di svolta a 1.6120, avvicinandosi ulteriormente all’area di supporto chiave di 1.5920. Anche in questo caso è necessario attendere una rottura per scorgere una ripresa di una direzione precisa. Ricordiamo che il supporto non è certamente uno dei consueti livelli, ma probabilmente il più importante punto di svolta ribassista come non si vedeva da mesi.

Il generalizzato periodo negativo dell’euro ha favorito la continuazione del calo sul cambio EurgGbp. Ciò che abbiamo però constatato con interesse è come vi sia stata una brusca interruzione su un livello preciso. Questo è 0.8945, che oltre a rappresentare il primo livello di supporto indicato grazie a Fibonacci (del movimento in salita compreso fra 0.8725 e 0.9085) trova una buona coincidenza sul livello di massimo precedente visto sul finire di giugno. La resistenza, per le prossime ore si trova vicino a 0.90 figura.

Il dollaro australiano ha mostrato un buon movimento in salita nella notte. Questo è accaduto grazie a dati provenienti dal settore del lavoro davvero interessanti. È stato visto infatti un aumento degli impiegati a tempo pieno con un tasso di disoccupazione confermato stabile al 4.9%. Questo ha, purtroppo, negato la nostra figura potenzialmente di testa spalle andando però a favorire un nuovo attacco del cambio AudUsd all’area di resistenza a 1.0780. Si trova lontano, data la salita, il primo livello di supporto: 1.0650, aiutato nel suo compito dal più importante 1.0580.

La ripresa del franco è continuata anche ieri, soprattutto nei confronti della moneta unica.
Sono, infatti, stati rotti tutta una serie di livelli di supporto andando ad avvicinarsi all’interessante 1.1960. Questo rimane il nostro supporto, nel breve, oltre al quale rimane solamente l’ausilio del minimo storico precedente (1.1805).