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BCE: UN GRECO ALLA VICEPRESIDENZA

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Il governatore della Banca
centrale greca
, Loukas Papademus, è destinato a sedersi sulla poltrona di vicepresidente della Banca centrale europea, al posto di Christian Noyer che a maggio terminerà naturalmente il suo mandato quadriennale.

Lo hanno deciso i ministri delle finanze in occasione del vertice Ecofin a Oviedo.

Papademus ha avuto la meglio sul professore di economia belga Paul de Grauwe.

Con questa designazione si mette a posto uno dei tasselli che concorrono a formare il quadro riguardante la successione alla presidenza della Bce.

Quando, il 7 febbraio scorso, il presidente Wim Duisemberg annunciò le sue dimissioni anticipate al luglio del 2002, si aprirono infatti molti interrogativi.

Ai tempi della nascita dell’euro, la Germania (sponsor dell’olandese Duisemberg) e la Francia (che spingeva il governatore della Banca centrale francese Jean Claude Trichet) trovarono un compromesso a livello informale stabilendo che il mandato di otto anni sarebbe stato diviso in due parti equivalenti.

Ma il 2003 come data risulta leggermente in ritardo rispetto agli accordi informali.

Evidentemente si è voluto lasciare tempo a Trichet di risolvere i suoi problemi giudiziari.

Trichet è implicato nel salvataggio pubblico del Credit Lyonnaise nel 1990, ma il giudizio non è ancora ultimato.

La nomina del governatore greco alla vicepresidenza risolve intanto il problema dell’eccessivo peso che avrebbe potuto assumere la Francia all’interno dell’istitutzione monetaria europea.

Infatti lo statuto della Bce impone che non possano essere presenti due membri di una stessa nazione nel consiglio della Banca.

Ora, con il chiamarsi fuori dei francesi dalla corsa per la vicepresidenza, si fa più agevole e meno contestabile l’avvento di Trichet.

Il fatto di non essere rappresentata per 14 mesi all’interno del board è a questo punto per la Francia un prezzo accettabile da pagare, in vista della massima carica.