Roma – La Bce torna a parlare e lo fa con la pubblicazione del suo bollettino di maggio. Al centro dell’attenzione dell’istituto di Francoforte è sempre il tema dell’inflazione, che continua a salire in diversi paesi dell’Eurozona. Lo spettro delle pressioni inflazionistiche continua a preoccupare la Bce, che ammette che il loro incremento continua ad andare avanti e che nei prossimi mesi il tasso di inflazione sarà nettamente superiore al 2%.
Nel bollettino mensile, gli analisti hanno rivisto infatti decisamente al rialzo l’indice armonizzato dei prezzi al consumo di questo anno, parlando di un tasso di inflazione al 2,5% per il 2011 – contro l’1,9% precedente atteso – e all’1,9% nel 2012, contro l’1,8% atteso in precedenza.
Gli esperti interpellati, che fanno parte della “Survey of Professional Forecasters”, affermano che la forte revisione al rialzo del tasso di inflazione in Europa fino al 2,5% si spiega “quasi interamente con il forte rialzo dei prezzi delle commodities, in particolare dei prezzi energetici”. Detto questo, il trend al rialzo delle materie prime secondo le stesse previsioni dovrebbe rallentare nel secondo semestre di quest’anno, e “in particolare” l’anno prossimo.
Ad anticipare in qualche modo il contenuto del bollettino mensile è stato in mattinata lo stesso Juergen Stark, che in una intervista al Financial Times, ha affermato che “è necessario ritirare -anzi, continuare a ritirare – le misure accomodanti (di politica monetaria) allo scopo di fare in modo che le aspettative sull’inflazione siano ben ancorate e per mantenere l’inflazione sotto controllo”.
Anche l’economista belga Luc Coene e l’italiano Lorenzo Bini Smaghi, membro del consiglio direttivo della Bce, hanno espresso preoccupazione sull’aumento dei prezzi. D’altronde gli ultimi dati sono abbastanza chiari e parlano di un tasso di inflazione nel mese di aprile al 2,8%, decisamente al di sopra del target della Bce, che è appena inferiore al 2%.
Il mercato scommette su un rialzo dei tassi di rifinanziamento all’1,5% nel mese di luglio, dal livello attuale pari all’1,25%.