La Banca centrale europea non esiterà ad agire per evitare che gli aumenti dei prezzi di alimentari ed energia spingano al rialzo l’inflazione dell’area euro in maniera permanente. Parlando al Parlamento europeo il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, è tornato a dipingere un quadro che vede fondamentali economici solidi e rischi inflazionistici legati ai possibili effetti di trasmissione dei recenti rialzi causati da alimentari ed energia. “Siamo qui per dirvi che non tollereremo effetti ‘second round'”, ha affermato Trichet.
La credibilità della Bce nel contrastare l’inflazione dovrebbe garantire che un’accelerazione temporanea causata dalle materie prime non si rifletta in richieste di aumenti salariali e in incrementi dei prezzi al consumo. Ma la banca centrale resta pronta a misure più concrete. “Agendo in maniera ferma e tempestiva sulla base delle sue valutazioni, il direttivo Bce assicurerà che gli effetti ‘second-round’ e i rischi alla stabilità dei prezzi nel medio termine non si materializzino”, ha detto Trichet.
Al momento la Bce valuta che i tassi di interesse siano in linea con la necessità di assicurare la stabilità dei prezzi a medio termine, ma ritiene altresì di dover rimanere in stato di piena allerta sul fronte inflazione. In novembre il tasso d’inflazione per l’area euro si è attestato al 3,1%, ben al di sopra dell’obiettivo Bce del 2%. “Il tasso di inflazione rimarrà probabilmente significativamente al di sopra al 2% nel breve termine e rallenterà solo gradualmente nel corso del 2008”, ha spiegato Trichet. “Pertanto il periodo di inflazione temporaneamnte più elevata si rivelerebbe in qualche modo più prolungato di quanto previsto”. Il prossimo anno, in base allo scenario più attendibile al momento, l’economia europea dovrebbe crescere attorno al potenziale.