New York – Dopo quattro sedute negative le borse tornano a correre grazie alle parole pronunciate da Jean-Claude Trichet. Il numero uno della banca centrale europea ha esortato gli investitori ad acquistare piu’ titoli di stato greci, per sostituire le securities in via di scadenza, dicendo che cio’ “potrebbe aiutare”, anche se non e’ sicuro.
Se da un lato Trichet ha precisato di essere contrario all’imposizione di perdite ai creditori, approverebbe una situazione in cui gli istituti finanziari mantenessero i loro livelli di credito circolante. “Anche se siamo contrari all’idea di imporre perdite ai creditori, questo non significa che siamo contro – dice Trichet – il fatto che al settore privato venga chiesto di conservare i loro livelli di credito circolante, come e’ stato chiesto peraltro un anno fa quando e’ stato lanciato il primo programma di aiuti alla Grecia e agli istituti finanziari d’Europa”.
“Non si tratterebbe di un default”, ha detto in un evento tenutosi a Montreal ieri. “Bensi’ sarebbe qualcosa che la Bce considererebbe appropriato”.
I commenti, tuttavia, sono difficilmente decifrabili e il fatto che siano cosi’ vaghi non fa bene al mercato di Atene, che e’ ancora in calo. Le borse europee sono invece ben intonate. Quello che fa preoccupare e’ che i rialzi dell’euro invece non siano sempre stati accompagnati da una buona prova dell’azionario (vedi grafico del boom dell’euro negli ultimi giorni).
“La Bce e’ consapevole del fatto che non c’e’ modo di raggiungere lo status quo nella crisi del debito”, dice a Bloomberg Robert Halver, head of research di Baader Bank AG.
“Trichet sa che un piano di ristrutturazione leggero e’ l’unica maniera per risolvere il problema greco, ovvero tornando ai mercati di capitale e non solo affidandosi a un pacchetto di aiuti”.
L’euro si e’ cosi’ issato ai massimi di un mese a quota $1,4683, mentre il dollaro ha raggiunto i minimi assoluti contro il franco svizzero a 0,8327, dopo che un funzionario cinese finanziario ha lanciato un avvertimento contro l’accumulo di troppe riserve nominate in dollari.