Società

Battisti, Lula nega l’estradizione. Italia senza spina dorsale

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Il ministro degli Esteri brasiliano Celso Amorin ha reso noto che il presidente Lula non ha concesso l’estradizione in Italia del terrorista rosso Cesare Battisti. Battisti, 56 anni, detenuto in Brasile dal 2007, e’ stato condannato in Italia all’ergastolo per 4 omicidi commessi quando negli anni ’70 era leader dei Proletari Armati per il Comunismo.

Da Brasilia c’e’ profondo stupore per le proteste italiane: “La decisione di Lula non rappresenta un affronto a un altro stato, dal momento che situazioni particolari possono generare rischi per la persona, malgrado il carattere democratico dei due Stati”. Il governo brasiliano ha espresso dunque chiaro e tondo il suo rammarico per la protesta degli italiani, “in particolare con riferimenti personali non pertinenti” a Lula.

Di seguito il parere completo firmato dal presidente Luiz Inacio Lula da Silva che mantiene in Brasile e nega l’estradizione in Italia dell’ex attivista di estrema sinistra Cesare Battisti, condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi negli anni Settanta. “Nota del governo brasiliano sul cittadino italiano Cesare Battisti”: “Oggi il presidente ha preso la decisione di non concedere l’estradizione al cittadino italiano Cesare Battisti, basandosi sul parere dell’Avvocatura generale dello stato. Il parere ha considerato attentamente tutte le clausole del trattato di estradizione tra Italia e Brasile in particolare la disposizione espressa nella lettera “F”, punto 1, dell’articolo 3 del trattato, che cita, tra le ragioni della mancata estradizione, la condizione personale dell’estraditando. Conformemente a quanto risulta dal Trattato stesso, questo tipo di giudizio non costituisce un affronto a un altro stato, in quanto situazioni particolari per l’individuo possono generare rischi, malgrado il carattere democratico dei due Stati. Al tempo stesso, il governo brasiliano esprime il suo profondo stupore per i termini della nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Italia, del 30 dicembre 2010, in particolare con il riferimento personale non pertinente al Presidente”.

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Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva dovrebbe annunciare già oggi la decisione di concedere l’asilo politico all’ex terrorista rosso Cesare Battisti, condannato all’ergastolo in contumacia in Italia per quattro omicidi. Lo riferisce il canale televisivo brasiliano Globo News, secondo cui la decisione dovrebbe essere ufficializzata in un comunicato dopo l’incontro fra Lula e il presidente della Corte suprema federale (Stf): il Supremo Tribunale Federal lo scorso aprile scorso aveva espresso invece parere favorevole all’estradizione, cosa che fa temere che il caso Battisti possa rappresentare un precedente di conflitto fra poteri dello Stato nel grande paese sudamericano.

Nel caso in cui il presidente uscente del Brasile Luis Ignacio Lula da Silva dovesse negare l’estradizione in Italia di Cesare Battisti, il ministro della Difesa Ignazio La Russa sarebbe pronto a sostenere “iniziative di boicottaggio”.

“Da parte di Lula sarebbe un atto di grande mancanza di coraggio. Perché lui se ne va ma il Brasile resta”, dice il ministro in un’intervista al Corriere della Sera. La Russa lancia un vero e proprio avvertimento. “Nessuno può illudersi che una simile decisione sia priva di conseguenze”, afferma. “Io lo riterrei una grande ferita nei rapporti bilaterali”.

Il ministro è pronto a porre “la questione al governo”, dove “almeno quattro ministri hanno la stessa intenzione”. Il titolare di Palazzo Baracchini è pronto ad “appoggiare iniziative che arrivano al boicottaggio”.

“Sconsiglierei a chiunque di andare in un paese dove gli assassini sono lasciati in libertà. E molti non comprerebbero più i loro prodotti”, spiega La Russa, che si dice pronto a anche a richiamare i tre ufficiali che sono impegnati nel progetto di cooperazione relativo ai bombardieri Amx. “Battisti non si è neanche pentito. Un simile criminale non può essere lasciato in libertà”, conclude il ministro.

Tuttavia secondo Eduardo Suplicy, senatore brasiliano del Pt, il partito di Lula, il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi non farà polemiche con il Brasile se verrà garantito lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac condannato all’ergastolo in Italia per quattro omicidi.

In una intervista al Riformista, Suplicy, che ha seguito da vicino il caso, afferma: “Ci sono numerose argomentazioni a sostegno del rifugio di Battisti. Lula ha trattato la questione con molta delicatezza e cautela. E Berlusconi ha già garantito al presidente brasiliano che rispetterà la sua decisione”.

“Il premier – precisa il senatore – ha detto a Lula che, qualunque sia la decisione brasiliana, non monterà una polemica sul caso. Quando Lula e Berlusconi hanno parlato della questione, era presente Carvalho, il capo di gabinetto del governo uscente. Me lo ha confermato Carvalho stesso”. Il quotidiano brasiliano O Globo riferisce intanto che Lula annuncerà domani che Battisti potrà rimanere in Brasile come rifugiato politico. (Apcom)

Immediata la risposta di Palazzo Chigi

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“Sono destituite di ogni fondamento le indiscrezioni di un senatore brasiliano interpellato dal ‘Riformista’ circa presunte garanzie fornite dal Presidente Berlusconi al Presidente Lula sul caso Battisti. In particolare, mai in nessun incontro fra i due leader il Presidente Berlusconi ha mostrato sottovalutazione per la vicenda dell’estradizione, richiamando invece costantemente la linea perseguita dall’Italia a ogni livello perche’ Cesare Battisti venga riconsegnato alla giustizia italiana. L’ultimo atto ufficiale di una lunga serie in questo senso e’ stata la convocazione, il 21 dicembre scorso a Palazzo Chigi, dell’ambasciatore del Brasile a Roma, Jose’ Viegas Filho, da parte del Sottosegretario Letta”. Lo rende noto un comunicato di palazzo Chigi (Agi).

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Ed è lo stesso presidente brasiliano a dire chiaramente di non temere una rappresaglia del governo italiano se, come sembra ormai intenzionato a fare, non permettera’ il rimpatrio di Cesare Battisti. Il presidente brasiliano ha reagito quasi infastidito a una domanda dei giornalisti sulla questione: “Non esiste una rappresaglia dell’Italia. Il Brasile e’ sovrano. Chi fara’ una rappresaglia? Abbiamo gia’ raggiunto la maggior eta’” . (Agi)