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BASTA AIUTI ALLA FIAT

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(WSI) – Non è una questione di invidia, e neppure un grido d’allarme: Coin nel primo semestre ha chiuso i conti in crescita sia sul versante fatturato che per gli utili. Ma è un fatto di correttezza, di equità. «Se danno ancora aiuti alla Fiat e all’auto proporrò ai miei colleghi di varare azioni opportune, valuteremo anche se sarà il caso di fare uno sciopero fiscale – avverte Stefano Beraldo, ad del gruppo Coin, vendite a 572,4 milioni nel primo semestre (+5,2%) e risultato netto positivo per 4,5 milioni contro i 2 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente -. Il presidente del Consiglio Berlusconi anni fa l’aveva suggerito, vedremo di imparare la sua lezione. A me non sta bene che si favorisca ancora un settore togliendo risorse ai consumatori per altri acquisiti. È chiaro che la gente continua a comprare gli alimentari, ma poi taglia su altri comparti, soprattutto sui vestiti. E quelli li facciamo noi italiani, Zegna, Coin, Benetton».

In ogni caso il gruppo veneziano non si può lamentare: «Il primo semestre 2009 evidenzia per Coin risultati di crescita particolarmente rilevanti, che assumono un valore ancora più significativo perché ottenuti in un contesto economico difficile e caratterizzato da una pronunciata debolezza dei consumi. Le nostre performance positive – ha detto ancora Beraldo – non sono né episodiche né legate solo all’attento controllo dei costi responsabilmente adottato da qualche esercizio a questa parte, ma principalmente sono il frutto degli investimenti e delle linee strategiche di sviluppo condotte in questi anni. Sono dovuti alla espansione e alla progressiva estensione al nuovo formato della rete di Ovs e al riposizionamento del modello Coin».Se puo’ interessarti, in borsa si puo’ guadagnare con titoli aggressivi in fase di continuazione del rialzo e difensivi in caso di volatilita’ e calo degli indici, basta accedere alla sezione INSIDER. Se non sei abbonato, fallo ora: costa solo 76 centesimi al giorno, provalo ora!.

Quindi la crisi dei consumi l’avete evitata? «Siamo andati a leggere quello che voleva il cliente e gliel’abbiamo dato in tempi rapidi: questo ci ha permesso di vendere di più in un mercato in calo». E il futuro? «Con le ristrutturazioni e gli ultimi acquisti ci ritroviamo con una crescita sicura in canna: faremo almeno 10-15 punti in più di quello che farà il mercato. E questo sia grazie a OvsIndustry che a Coin».

Un miracolo? «No, puntiamo sui valori forti dell’azienda e fare benino quello che gli altri fanno peggio e abbiamo molti più negozi in aree dove non eravamo. Siamo stati premiati dall’aver affrontato l’anno con prudenza. Invece di imbottirci di merce abbiamo venduto di più».

Confcommercio aveva ipotizzato una crescita dei consumi solo dal 2010. E voi? «Settembre è iniziato molto bene, però parlare di uscita dalla crisi è ancora prematuro: prima vediamo quanta gente sarà in cassa integrazione, quanti perderanno il lavoro. E attenti agli aiuti solo a un settore», ribadisce Beraldo che ritorna anche su un suo vecchio cavallo di battaglia: l’apertura dei negozi più libera e più festiva. «Questa crisi sta aiutando tutti a fare bene i conti – dice l’ad della Coin – siamo ottimisti che si possa arrivare presto a orari d’apertura più liberi, almeno nel centro storico».

Farete altre acquisizioni? «Ci stiamo guardando intorno, non lo escludiamo, i piccolini stanno ancora soffrendo e in noi trovano la possibilità di riqualificarsi». L’estero? «Va bene, ci sta dando grandi soddisfazioni. Abbiamo appena aperto una flagship a Budapest, con grande successo, e lanceremo un’altra decina di negozi entro fine anno prevalentemente in Montenegro, Slovenia, Romania, soprattutto col marchio OvsIndustry. E in Serbia siamo il primo operatore italiano nell’abbigliamento».

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