(Teleborsa) – Secondo i dati segnalati dal campione, il mercato dei cambi ha ridotto il suo contributo al turnover complessivo (52 per cento) dopo la crescita del 2007 da 36 a 58 per cento. La contrazione ha interessato il segmento a pronti e soprattutto il segmento a termine, passato da circa 563 miliardi di dollari a 453 miliardi di dollari. I derivati su cambi hanno più che dimezzato il loro contributo al turnover complessivo (1 per cento). A fianco del calo del mercato dei cambi, è stato registrato un discreto incremento del mercato dei tassi di interesse. Il volume dei derivati su tassi è passato da circa 616 miliardi di dollari a 622 miliardi di dollari e la quota sul turnover complessivo è salita dal 42 al 48 per cento. La tipologia di strumenti più diffusa rimane quella dello swap. Il volume degli swaps è risultato preponderante sia nel mercato a termine delle valute (91 per cento; 83 per cento nel 2007) che nel mercato dei tassi (62 per cento; 82 per cento nel 2007). Mentre nel mercato delle valute gli outright forwards sono quasi dimezzati in termini assoluti, nel mercato dei tassi i forward rate agreements hanno più che triplicato il volume e rappresentano il 31 per cento del mercato. Negativa è stata la performance delle opzioni. Il volume delle opzioni su valuta si è ridotto a un terzo rispetto al 2007, mentre quello delle opzioni su tassi ha registrato una diminuzione più contenuta; il loro peso sui rispettivi mercati è pari al 2 e al 7 per cento. L’attività sul mercato dei cambi come l’attività sul mercato dei tassi d’interesse ha continuato ad essere caratterizzata da una elevata percentuale di transazioni interbancarie (97 per cento) e di attività svolta con controparti non residenti (82 per cento), quasi esclusivamente banche. Il peso delle banche residenti è rimasto invariato sul mercato delle valute (4 per cento) mentre si è accresciuto sul mercato dei tassi (da 3 a 21 per cento). Analoga evoluzione per le altre istituzioni finanziarie non partecipanti all’indagine il cui contributo al turnover si colloca rispettivamente al 10 e 19 per cento (12 e 8 per cento nel 2007). Nell’attività domestica il peso della clientela residente si è drasticamente ridotto sul mercato delle valute (da 15 a 5 per cento), mentre è rimasto esiguo sul mercato dei tassi. Relativamente alla distribuzione per valuta, nel mercato dei cambi il volume dei contratti riferiti al dollaro ha superato largamente quello relativo a qualsiasi altra valuta, sia nel comparto a pronti che in quello a termine. Le transazioni euro/dollaro hanno rappresentato circa l’81 per cento di tutte le operazioni contro euro (85 per cento senza il mercato a pronti). Il mercato dei tassi è stato dominato dall’euro, con una percentuale di contratti pari a circa il 98,5 per cento del totale; i contratti riferiti al dollaro hanno rappresentato l’1,4 per cento. Insignificante è risultato il contributo delle restanti valute. Complessivamente le operazioni riferite all’euro sono risultate prevalenti e hanno rappresentato circa l’86 per cento del turnover in cambi e derivati, come nel 2007.