(Teleborsa) – A fronte della persistente debolezza della domanda interna, le esportazioni hanno mostrato finora un dinamismo insufficiente, da solo, a riportare la crescita su valori elevati. A rilevarlo il bollettino economico della Banca d’Italia pubblicato oggi. Nel corso della fase acuta della crisi (dal secondo trimestre del 2008 al secondo del 2009) il volume delle nostre vendite all’estero di beni si è contratto di un quarto, come in Germania, più che in Francia. Nella seconda metà del 2009, a fronte di una crescita del commercio mondiale del 9,3 per cento, il recupero è stato da noi solo del 2,6 per cento, contro il 10,0 delle esportazioni tedesche e il 5,4 di quelle francesi. Nel gennaio di quest’anno le esportazioni italiane, sempre in quantità, hanno dato segni più marcati di ripresa. I dati in valore compongono un quadro molto simile a quello desumibile dai dati in quantità. Il ritardo con cui le nostre vendite all’estero hanno seguito la dinamica della domanda mondiale è da ricondurre agli stessi fattori che le avevano penalizzate in precedenza: una perdita di competitività di prezzo superiore a quella osservata in Francia e in Germania; una specializzazione settoriale tuttora sbilanciata verso i comparti tradizionali del manifatturiero; una limitata presenza nei mercati emergenti più dinamici, come quelli dell’Asia.