New York – Il giorno temuto dall’intera comunità finanziaria sta arrivando. Probabilmente agli inizi di maggio, quando l’agenzia di rating annuncerà se ha deciso o meno di rivedere al ribasso i rating di ben 114 banche in 16 paesi europei. La minaccia, che riguarda anche Wall Street, porta così gli analisti a chiedersi quali potranno essere i colossi Usa che reggeranno il colpo, e chi invece verserà in cattive acque.
Tra i 17 istituti sotto osservazione, secondo il Financial Times Morgan Stanley sembra essere il più vulnerabile di tutti. Contrariamente alle rivali del calibro di Goldman Sachs e JPMorgan Chase infatti, il rating di questa banca potrebbe essere tagliato di ben 3 punti, fino a Baa2, appena due gradini sopra il livello junk (spazzatura). Downgrade che potrebbe andare ad impattare il tanto proficuo business dei derivati.
Tra gli altri nomi citati dal FT, BlackRock potrebbe trovarsi costretta a ridurre il trading con alcuni istituti in caso di revisione al ribasso del rating da parte di Moody’s.
Per contro, Thomas Gibbons, chief financial officer di Bank of New York Mellon, vede risvolti positivi grazie alla messa in luce del deterioramento delle condizioni dei concorrenti. “Se le agenzie di rating dovessero procedere al downgrade di alcuni concorrenti, potremmo assistere a un forte aumento dei depositi”.
In un altro articolo sempre il Financial Times parla però anche di un’altra minaccia, che riguarda il sistema finanziario europeo. Il riferimento è all’allarme lanciato dal Fondo Monetario Internazionale che nelle ultime ore, nel suo Global Financial Stability Report, ha avvertito che il processo di deleveraging in atto dagli istituti di credito – ovvero il processo di riduzione del loro livello di indebitamento – potrebbe portare le banche europee, entro la fine dell’anno, a smobilizzare quasi il 7% dei loro asset. Il FMI parla di a una somma impressionante di 3.800 miliardi di dollari da qui al 2013.
Il risultato è che i bilanci delle stesse subirebbero una contrazione di 2.000 miliardi di euro, scatenando una tempesta nella stabilità finanziaria e mettendo ulteriormente a repentaglio la crescita economica in Europa e non solo.