Mercati

Banche Usa, deludono le trimestrali di J.P. Morgan e Morgan Stanley

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

La paura che l’economia americana finisca in recessione pesa sui conti delle banche Usa. Come nelle previsioni degli analisti, i primi big della finanza Usa ad alzare il velo sui conti del secondo trimestre, ovvero J.P. Morgan e Morgan Stanley, hanno mostrato conti peggiori delle previsioni. Nel caso del gigante guidato da Jamie Dimon, inoltre, arrivano due segnali preoccupanti. Da una parte, aumentano gli accantonamenti per coprire potenziali perdite di fronte ai crescenti rischi di una recessione. Dall’altra si è sospeso il programma di buyback.

J.p. Morgan: aumentano accantonamenti, buyback in stand-by

Procediamo con ordine, partendo da J.p. Morgan Chase, la prima grande banca a stelle e strisce a diffondere i risultati per il secondo trimestre del 2022, ha registrato una trimestrale in deludente, anche a causa dei maggiori accantonamenti. La banca ha registrato un utile di 8,65 miliardi di dollari, o 2,76 dollari per azione, rispetto ai 11,95 miliardi di dollari (-28%), o 3,78 dollari per azione, di un anno fa. I ricavi sono saliti leggermente da 30,48 a 30,72 miliardi di dollari, mentre il fatturato è passato da 31,4 a 31,63 miliardi. Il consensus degli analisti era per un utile netto di 2,91 dollari per azione, con un giro d’affari di 31,95 miliardi.

L’accantonamento per perdite su crediti è stato di 1,1 miliardi di dollari, inclusi 657 milioni di dollari di addebiti netti e una costituzione di riserve nette di 428 milioni di dollari, riflettendo principalmente la crescita dei prestiti e un modesto deterioramento delle prospettive economiche.”J.p. Morgan ha riportato buoni risultati nel secondo trimestre”, con “una crescita in tutte le linee di attività, mantenendo disciplina sul credito e solidità del bilancio”, ha detto l’amministratore delegato Jamie Dimon, sottolineando che “l’economia globale deve fare i conti con due fattori contrastanti: da un lato gli Stati Uniti continuano a crescere e mercato del lavoro e capacità di spesa restano sani, dall’altro pesano le tensioni geopolitiche, l’inflazione elevata, il calo della fiducia dei consumatori, l’incertezza sul livello dei tassi e i loro effetti sulla liquidità globale, che si uniscono alla guerra in Ucraina e al suo effetto negativo sui prezzi globali dell’energia e dei generi alimentari”. Tutto questo, ha detto Dimon, “è molto probabile che si ripercuota negativamente sull’economia globale. Noi siamo preparati ad affrontare qualsiasi evenienza”.

La banca teme dunque che risultati del trimestre da poco concluso non siano un fenomeno episodico, e infatti ha annunciato la sospensione “temporanea” del programma di buyback.

Delude anche Morgan Stanley

Delude anche Morgan Stanley che, nel secondo trimestre ha visto calare utile e fatturato sulla scia di risultati peggiori del previsto nell’investment banking (ricavi -55% a 1,15 miliardi di dollari, anche a causa del rallentamento dell’advisory con un minor numero di operazioni di M&A completate e una riduzione dei ricavi generati da sottoscrizioni nell’equity e nel reddito fisso).

Nei tre mesi a giugno, la banca newyorkese ha riportato profitti per 2,495 miliardi di dollari, 1,39 dollari per azione, in calo del 29% dai 3,511 miliardi, 1,85 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. L’utile applicabile agli azionisti ordinari e’ sceso del 32% a 2,391 miliardi. I ricavi totali sono scesi dell’11% a 13,132 miliardi di dollari. Gli analisti attendevano un utile per azione di 1,57 dollari con ricavi per 13,44 miliardi.

“Nel complesso, la società ha messo a segno un trimestre solido in un contesto di mercato più volatile di quello visto da tempo. I solidi risultati ottenuti nei settori equity e reddito fisso hanno contribuito a compensare parzialmente l’indebolimento dell’attività di investment banking”, ha detto l’amministratore delegato James Gorman, sottolineando che “la banca continua ad attrarre flussi positivi nelle attività di gestione patrimoniale e la gestione degli investimenti continua a beneficiare della diversificazione messa in atto”. Il ceo ha anche messo in luce che “la solida posizione patrimoniale ci consente di andare avanti con fiducia”.