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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono saliti su tutta la curva in una giornata caratterizzata da scarsi volumi a causa della chiusura dei mercati statunitensi e britannici. Il commissario Ue, Almunia, ha dichiarato che le banche europee hanno bisogno di una maggiore ricapitalizzazione rispetto a quelle statunitensi e che i paesi dell’area non hanno bisogno di altre misure di stimolo fiscale, ma di maggior coordinamento sui pacchetti di stimolo nazionali.
Il membro tedesco della Bce Weber, in merito all’aumento di liquidità in circolazione, ha affermato che la banca centrale dovrà essere in grado di ridurre velocemente l’extra liquidità in circolazione ai primi segnali di ripresa economica. Ha aggiunto che la disoccupazione raggiungerà il picco nell’inverno tra il 2010 ed il 2011 ed è ancora troppo presto per ritenere di essere usciti dalla crisi. Sul fronte macro l’indice Ifo tedesco ha registrato a maggio una continuazione del miglioramento della componente prospettica, mentre è scesa quella corrente, tornata ai livelli di marzo.
Il capo dell’istituto ha poi dichiarato che la Bce ha spazio per procedere ad ulteriori tagli del tasso di riferimento fino allo 0,5%. Questa mattina il dato finale del Pil tedesco del primo trimestre ha confermato il calo record del dato preliminare (-6,7% a/a) evidenziando gli investimenti aziendali e le esportazioni nette come principali cause del declino, mentre i consumi hanno tenuto. Oggi i mercati tornano regolari con il ritorno degli operatori Usa e UK. Sul decennale governativo la resistenza si colloca a 3,65%, il supporto a 3,50%. Ieri è stato raggiunto il massimo da metà novembre.
Negli Usa riprendono oggi le contrattazioni dopo una giornata di chiusura per festività. Nel frattempo il dibattito tra analisti ed operatori si concentra sui possibili effetti strutturali della crisi in atto. L’ad di Pimco, il principale gestore obbligazionario al mondo con una raccolta complessiva di circa 750Mld$, ha dichiarato che il tasso di crescita potenziale Usa non sarebbe più nell’ordine del 3% ma si approssimerebbe al 2%. Dello stesso avviso anche Rosenberg, il capo economista di BofA che fa riferimento ad un cambio strutturale nelle abitudini di spesa dei consumatori Usa.
Edmund Phelps, premio Nobel per l’economia nel 2006, si sofferma sull’impatto sul c.d. tasso naturale di disoccupazione, che potrebbe strutturalmente passare dal 5,5% al 6,5-7%. Allo stesso tempo si fa più animato il dibattito tra gli operatori, divisi tra chi ritiene adeguati gli attuali livelli dei tassi a lungo termine governativi sulla scia delle forti emissioni attese e chi invece ipotizza un calo in previsione di uno stemperamento dell’ottimismo sui tempi di recupero dell’economia, associato ad un possibile incremento dell’ammontare di Treasury acquistati dalla Fed. Questa mattina si registra un lieve calo sia sulle scadenze brevi sia su quelle lunghe. Nel breve la prima resistenza sul decennale si colloca in prossimità del 3,5%, in attesa del corposo calendario di emissioni che inizia oggi con l’asta da 40Mld$ sul segmento biennale.
Valute: Dollaro in lieve apprezzamento questa mattina vs. Euro, confermando per ora la tenuta dell’area 1,4050. L’apprezzamento del biglietto verde si è verificato dopo l’uscita dei dati finali sul Pil tedesco. Primo supporto in corrispondenza di 1,3870. Andamento stabile per lo Yen vs Euro e Dollaro nel corso della notte. Verso Euro la resistenza oggi si colloca a 133,40 mentre i supporti si collocano a 132 e 131,40. Marcato deprezzamento dello Yuan cinese vs Dollaro sulla speculazione che il governo interrompa l’apprezzamento della propria valuta per aiutare le aziende esportatrici.
Materie prime: oggi i mercati delle materie prime tornano alla normalità dopo la chiusura dei listini Usa e UK di ieri per festività. Questa mattina il greggio Wti è in calo, mantenendosi però ancora sopra soglia 60$. Ieri il ministro saudita Naimi ha avvertito che prevede una nuova impennata dei prezzi tra 2-3 anni (sulla falsariga di quanto accaduto nel 2008 o anche peggio) nel caso non avvengano nuovi grandi investimenti. Si segnala l’accordo raggiunto tra Rio Tinto e Japan Nippon Steel nel corso dell’asta annuale per determinare il prezzo del metallo ferroso (iron ore). Le parti hanno deciso una riduzione del prezzo del 33% alla luce del forte calo della domanda di acciaio. Si tratta del primo calo da 7 anni.
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