Economia

Banche Ue: lobby tedesche vogliono stress test morbidi

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La Bce ha avvertito: il secondo round di stress test non sara’ superato da diverse banche. Le lobby, soprattutto tedesche, sono gia’ al lavoro. Obiettivo: garantirsi criteri “non eccessivamente stringenti” con cui eseguire una nuova radiografia degli istituti dopo quella dello scorso luglio, ampiamente criticata perche’ non sufficientemente severa.

Lo riferisce Reuters che cita una fonte messa al corrente della situazione dalle autorita’ tedesche. La European Banking Authority (Eba) ha oggi discusso le modalita’ con cui effettuare i nuovi stress test, pensati per capire quanto una banca potrebbe resistere al peggiore degli scenari possibili. No comment sulle indiscrezioni riportate dall’agenzia di stampa.

Evidentemente nel paese guidato dal Cancelliere Angela Merkel si teme che siano molte di piu’ questa volta gli istituti che potrebbero non farcela rispetto all’unico caso.

Entro 14 giorni – riferisce Reuters – le banche della Germania riceveranno una notifica formale dei nuovi test. Il numero finale dei gruppi di credito che ne saranno sottoposti verra’ stabilita entro fine febbraio (dovrebbe essere sempre intorno a 90) mentre la pubblicazione dei risultati da parte dell’Eba avverra’ a fine giugno.

Nel frattempo altri stress test stanno per iniziare ad opera del Fondo monetario internazionale all’interno del Financial Sector Assessment Programs. Si tratta di un check up delle principali banche che riguardera’ prima la Gran Bretagna (e a seguire Svezia, Olanda, Germania e Lussemburgo. Tutto avverra’ nel primo trimestre dell’anno.

S&P intanto ha messo in guardia con i risultati di uno studio condotto sui piu’ grossi 75 istituti mondiali: oltre 30 banche a livello globale (incluse Credit Suisse, Bank of America e Mizuho Financial) non hanno capitale sufficiente per affrontare eventuali e grosse difficolta’. Il ragionamento dell’agenzia di rating si basa sul Rac, il risk-adjusted capital, “generalmente troppo basso”. In pratica c’e’ una forte discrepanza tra
con il Tier 1 ratio.

Per la tedesca Commerzbank, l’austriaca Raiffeisen e la giapponese Mizuho tale ratio e’ sotto il 5%, tra i valori piu’ bassi del report. Le cose non vanno meglio per Credit Suisse e la canadese Imperial Bank of Commerce (5,8%), Deutsche Bank, Lloyds, Bank of America e Citigroup hanno un Rac sotto il 7,5%. I valori piu’ alti sono tra gli istituti di credito in Australia, a Singapore, Hong Kong e nei paesi nordici.