MPS ha comprato per 940 miliardi di lire il 4,75% di BNL detenuto da Banca Popolare di Vicenza. L’operazione avviene al prezzo unitario di €4,85 (€1 equivale a 1936,27 lire) e lascia spazio, in prospettiva, al passaggio all’istituto senese della rimanente quota di BNL ancora in mano a Vicenza, pari al 3,45%.
L’accordo prevede che nel consiglio di amministrazione di BNL entri un consigliere designato da MPS: se questo ingresso sarà confermato dall’assemblea degli azionisti BNL, verrà corrisposto a Popolare Vicenza, che dovrà ritirare il suo consigliere attualmente in carica, ulteriori €0,35 per azione (il totale salirebbe così a €5,20).
Il mercato sta bocciando questa operazione come dimostrano le quotazioni dei due titoli interessati: MPS lascia il 4,90% a €4,27; BNL perde il 3,01% a €3,48.
“Non mi stupisce la scivolata di Monte Paschi – dice a WallStreetItalia un operatore di Dresdner Kleinwort Albertini Sim – il prezzo pagato per azione è troppo alto, prevede un premio di circa il 30%: un premio del 10-15%, tanto per invogliare, lo avrei capito, ma così gli investitori restano spiazzati. Tanto più che MPS avrebbe potuto acquistare la stessa quota sul mercato, spalmando l’operazione nel tempo ma pagando molto meno”.
Gli stessi operatori si interrogano su una mossa che apparentemente non ha giustificazioni. “A meno che – azzarda il trader della Sim – non si sia voluto portare a casa subito questo 5% circa di BNL nell’incertezza su cosa accadrà dopo le elezioni politiche che si terranno in primavera”.
(Vedi Elezioni: chi vincerà e chi perderà in borsa)