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BANCHE: I TIMORI ARRIVANO DAL GIAPPONE

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Giornata travagliata per i titoli bancari di Wall Street, con tutti le principali azioni del settore sotto pressione dopo le notizie poco rassicuranti arrivate dal Giappone e dall’Europa.

A guidare i ribassi sono le due blue chip bancarie, JP Morgan Chase (JPM – Nyse) e Citigroup (C – Nyse), che perdono rispettivamente il 6,7% e il 6%, contribuendo ad appesantire il Dow Jones.

Ma vanno male i titoli degli altri colossi USA del settore, come b>Bank of America (BAC – Nyse), in flessione del 5,25%, Bank of New York, (BK – Nyse), che perde quasi il 6,3% e Banc One (ONE – Nyse), che lascia sul campo quasi il 4%.

Questa mattina l’agenzia di ‘rating’ con sede a New York, Fitch Inc., ha abbassato il proprio giudizio su diciannove istituti di credito giapponesi, in seguito alle crescenti preoccupazioni per l’impatto che stanno avendo i ribassi della borsa di Tokio sui bilanci delle banche.

Una notizia che ha contribuito a raforzare le voci di borsa secondo cui tre dei principali istituti del sol levante – Daiwa, Tokio Life e Chou Mitsui – sarebbero vicini alla bancarotta.

Notizie poco rasscuranti per il settore sono giunte anche dall’Europa, dove Goldman Sachs ha espresso i propri dubbi circa lo stato di salute del settore bancario del vecchio continente, dicendosi cauta sulla crescita degli utili nel 2001.

A preoccupare di piu’ gli investitori e’ comunque la situazione giapponese, dove i colossi del credito americani ed europei sono particolarmente esposti.

Il riaffacciarsi dello spettro di una nuova crisi, dopo il crack dell’autunno 1998, ha dunque fatto scattare un campanello d’allarme.

Alla base dei problemi delle banche giapponesi c’e’ il piu’ generale indebolimento dell’economia del sol levante. I continui fallimenti aziendali, a cui si e’ aggiunto il crollo del mercato immobiliare, pesano come macigni sui bilanci delle banche.

A cio’ si aggiunge il tonfo della Borsa di Tokio,
dove il Nikkei 225 ha lasciato sul campo circa il 16% da inizio anno e adesso viaggia a quota 11.800 punti, rispetto a un massimo delle ultime 52 settimane di 20.833 punti.

“Se la Borsa continuera’ a scendere di questo passo – aveva ammonito a gennaio il presidente di Toyota, Hiroshi Okuda – ci sono molte probabilita’ che a marzo si verifichi una crisi di liquidita’”.

Un’ostacolo in piu’ dunque per le banche, considerato che alla fine del mese, con l’entrata in vigore della nuova normativa sui bilanci non sara’ piu’ possibile alle societa’ giapponesi contabilizzare le partecipazioni azionarie al valore di costo, senza tenere conto del deprezzamento (o dell’apprezzamento) dovuto ai corsi di borsa.

Grazie a questa normativa per anni, le banche nipponiche avevano potuto celare nei propri bilanci le perdite accusate sul Nikkei.