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BANCHE D’AFFARI: IN CALO GLI UTILI DEL SETTORE

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Trimestre nero per le banche d’affari di Wall Street, con tutti i big del settore che riportano utili inferiori ad un anno fa, nonostante ricavi sostanzialmente in linea.

Questa mattina Morgan Stanley Dean Witter & Co. (MWD – Nyse) ha annunciato di aver chiuso il primo trimestre del 2001 con una flessione dell’utile netto del 34% rispetto allo stesso periodo del 2000.

Stessa sorte anche per Lehman Brothers (LEH – Nyse) e Bear Stearns (BSC – Nyse) – per le quali la flessione degli utili e’ stata rispettivamente del 28% e del 41% – e per Goldman Sachs (GS – Nyse), che ha visto contrarsi i profitti del 13%, nonostante un aumento del fatturato.

A incidere negativamente sul conto economico delle ‘merchant bank’ USA e’ stata in particolare la drastica riduzione delle operazioni di fusione e acquisizione e dei nuovi collocamenti azionari (IPO). Una flessione che affonda le radici nel piu’ generale rallentamento dell’economia americana e nella debolezza che ha caratterizzato i mercati finanziari in questi primi mesi dell’anno.

Fusioni e Acquisizioni

Morgan Stanley, pur confermandosi leader nel mercato delle fusioni e acquisizioni anche in questo trimestre, ha visto ridursi nettamente i ricavi per questo tipo di operazioni.

Nonostante la ‘merchant bank’ abbia offerto la propria consulenza in 68 operazioni di concentrazione aziendale, contro le 69 del primo triemestre del 2000, i ricavi per questo tipo di servizio sono scesi da $352 miliardi a $130 miliardi.

In calo anche il numero delle operazioni seguite da Goldman Sachs, che passa dal terzo al quinto posto nel mercato dei ‘merger & acquisition’. Nei primi tre mesi dell’anno Goldman ha curato 65 operazioni, per un valore complessivo di $83,6 miliardi, contro le 99 del primo trimestre del 2000, per un importo complessivo di $227 miliardi.

Mercato delle IPO

La debolezza dei mercati finanziari ha portato ad una riduzione dei nuovi collocamenti azionari (IPO), con conseguenze per le banche d’affari che agiscono come coordinatori globali.

La dimostrazione arriva da Bear Stearns che negli ultimi sei mesi non ha organizzato nemmeno un offerta pubblica di vendita.

Meglio ha fatto Morgan Stanely, anche se nel primo trimestre del 2001 i ricavi provenienti da IPO sono scesi a $3 miliardi di dollari, contro gli $8,8 miliardi del primo trimestre del 2000.

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