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Banche, impatto del Covid solo rimandato ma bilanci sono solidi

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L’impatto del Covid-19 sui bilanci delle banche è stato inferiore al previsto, anche se restano da valutare gli effetti rimandati della crisi che si materializzeranno dopo il ritiro delle misure di sostegno pubblico alle aziende.

Lo scorso anno, l’opinione più diffusa all’interno di questo comparto era che le perdite annuali sui crediti sarebbero state di circa 200 miliardi di euro tra le banche nel panel della Eba, ma, alla fine, le cifre effettive hanno totalizzato 110 miliardi.
Da allora, il 30% degli istituti bancari hanno rilasciato gli accantonamenti, in media il 12% ognuna. E’ quanto afferma l’ultimo rapporto pubblicato dalla società di consulenza strategica Oliver Wyman, intitolato: “Ready To Lead: How Banks Can Drive the European Recovery”.

“Rimane il rischio che l’impatto atteso sul credito sia stato rimandato piuttosto che abbattuto“, si legge nel report, “quando i governi inizieranno a ritirare gradualmente le misure di sostegno, alcuni degli impatti potrebbero emergere. A medio termine”, ha proseguito Oliver Wyman, 2c’è il rischio che emergano aziende zombie che non riescono a crescere e che potrebbero fallire con un aumento dei tassi d’interesse”.

Secondo la società di consulenza, comunque, il sistema bancario europeo sarebbe generalmente pronto ad affrontare questi rischi. Il CET1 ratio medio del settore, ovvero il rapporto tra capitale ordinario versato (Tier 1) e le attività ponderate per il rischio, si attesta al 15,4%, in crescita rispetto al 14,4% del 2019

“Con le perdite sui crediti che devono ancora materializzarsi completamente, le banche hanno avuto il tempo di prepararsi per il potenziale picco nella ristrutturazione, con diversi livelli di proattività osservati”, ha proseguito il report.

Banche: cinque direttrici per il dopo Covid

Secondo la Oliver Wyman saranno cinque le maggiori sfide per il settore bancario europeo per il periodo post-pandemia:

  1. Prepararsi alla fine delle misure di emergenza;
  2. Supportare la Capital Market Union e il fondo Next Generation dell’Unione Europea;
  3. Finanziare la transizione verso fonti energetiche sostenibili;
  4. Accelerare la transizione digitale dei pagamenti, dei prestiti e degli altri servizi;
  5. Sviluppare le infrastrutture finanziarie di domani, a partire dall’euro digitale.

In Italia, le banche avranno un ruolo chiave nel rilancio dell’economia del Paese“, ha commentato Claudio Torcellan, responsabile dei Servizi Finanziari per Oliver Wyman nel Sud Est Europa.

“Nell’immediato futuro, da un lato agendo proattivamente per mitigare l’impatto della fine dei meccanismi transitori di supporto all’economia – come le moratorie – che in Italia sono stati rinnovati più a lungo che negli altri paesi europei per il duro impatto del Covid; dall’altro prendendo un ruolo attivo nell’implementazione del Recovery Plan – considerando che l’Italia, oggi il maggiore beneficiario dei fondi comunitari, ha storicamente avuto grandi difficoltà nell’utilizzo di questi fondi -, attraverso la concessione di ulteriore finanza e la facilitazione della trasmissione dei fondi destinati direttamente alle pmi”, ha dichiarato Torcellan.

Inoltre, ha aggiunto il rappresentante di Oliver Wyman, “le banche potranno farsi parte attiva nello sviluppo dei mercati dei capitali in Italia, dove il rapporto tra le società quotate e il Pil è uno dei più bassi d’Europa, anche nel contesto dell’operazione Euronext-Borsa Italiana”.