(Teleborsa) – La cultura finanziaria degli italiani sta migliorando ma è ancora su livelli insufficienti: questo il principale risultato emerso dallo studio commissionato dal Consorzio PattiChiari effettuato a marzo scorso su un campione di 2.000 famiglie e 4.200 individui. L’indagine, che rappresenta la nuova edizione di un analogo studio effettuato nel 2008, assegna un valore di 4,3 all’indice ICF PattiChiari (Indice di Cultura Finanziaria), l’indicatore sintetico che è stato elaborato da The European House – Ambrosetti, sotto la supervisione del Professor Paolo Savona e del Professor Paolo Legrenzi e valuta la preparazione in ambito finanziario in una scala da 0 a 10. Gli esiti dello studio sono stati presentati oggi a Roma a Palazzo Altieri, alla presenza del Presidente dell’ABI Corrado Faissola e del Presidente del Consorzio PattiChiari Filippo Cavazzuti, nel corso di un incontro ristretto a cui hanno partecipato importanti autorità, membri di istituzioni ed illustri esponenti del mondo economico e dell’informazione. La preparazione finanziaria dei cittadini è un elemento essenziale per la prosperità economica di ogni nazione o sistema territoriale nel medio/lungo periodo ed è tanto più essenziale se alla sua diffusione contribuisce un’azione sinergica che coinvolge tutti gli attori del sistema economico: Enti, regolatori, industria bancaria e finanziaria, media, sistema scolastico ed associazioni dei consumatori. L’industria bancaria in Italia ha rilevato questa esigenza e ha sottolineato come sia fondamentale uno sforzo congiunto per migliorare complessivamente il livello di educazione finanziaria in Italia, leva strategica per lo sviluppo della nostra economia e dell’intera società. Lo studio offre un quadro dell’evoluzione del grado di cultura finanziaria nel nostro Paese e permette di conoscere ancor più in profondità le reali esigenze dei cittadini al fine di mettere a punto interventi sempre più orientati ad una maggiore chiarezza, sinteticità e semplicità dell’informazione sulle caratteristiche dei vari strumenti di investimento del risparmio nonché degli altri servizi finanziari. L’Indice è stato costruito attraverso tre dimensioni di base: istruzione e preparazione finanziaria, livello di informazione finanziaria e scelte comportamentali. Ciascuna di queste dimensioni è stata analizzata mediante una ricerca che ha coinvolto un campione rappresentativo della popolazione italiana, composto da 2.000 famiglie e 4.200 individui maggiori di 18 anni, suddivisi per sesso, età, area geografica di residenza (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole), livello di istruzione e professione. L’ICF PattiChiari 2010 assume il valore di 4,3 su una scala cha va da 0 a 10, dove 0 significa totale assenza di qualsiasi concetto o idea correlata al mondo finanziario, mentre 10 indica una conoscenza ottimale di nozioni, termini e concetti finanziari di base. Il valore di 4,3 appare quindi insufficiente, sebbene in positivo aumento (+23%) rispetto alla rilevazione del 2008, che si attestava al 3,5. Come valore soglia della sufficienza si considera un indicatore compreso tra 5 e 6. È importante inoltre evidenziare come, analogamente al 2008, nessun indicatore superi questa soglia, quindi i risultati indichino un livello ancora insufficiente in tutte le componenti: l’indicatore relativo al livello di preparazione finanziaria (4,9) mostra un valore più elevato rispetto a quello inerente l’informazione finanziaria (3,9) e alle scelte comportamentali (4,6). L’incremento dell’indice è da imputarsi principalmente alla forte variazione positiva dell’indicatore sul livello di informazione degli italiani, cresciuto del 26%. Sicuramente ha aiutato il maggiore spazio riservato ai temi finanziari da parte dei media, ma anche la maggiore preoccupazione degli individui per la propria situazione finanziaria. L’analisi dell’ICF PattiChiari 2010 per classi di età mostra come la cultura finanziaria cresca con l’età: gli individui over 35 anni hanno una cultura finanziaria superiore del 50% rispetto a quelli under 35 anni. L’indice ICF PattiChiari 2010 mostra valori analoghi sia per la fascia di età i 35 – 54 che per quella over 54. Tuttavia, quest’ultimi (over 54) risultano più preparati e si informano di più, rispetto ai primi (da 35 a 54 anni) che, invece, sembrano mettere in atto migliori scelte comportamentali dal punto di vista finanziario. Tale dato desta alcune preoccupazioni poiché le scelte che condizionano la vita futura sono effettuate, in genere, prima dei 35 anni. Questi risultati mostrano come i giovani, che rappresenteranno l’Italia di domani, siano impreparati su temi finanziari, mentre gli individui più anziani vantano maggiori competenze e capacità finanziarie. Per quanto concerne le scelte comportamentali, la carenza di educazione finanziaria porta oltre un italiano su due – il 53% – a non pensare al proprio futuro dal punto di vista economico contro il 25% che sta già progettando come affrontarlo ed il 22% che ci pensa ma non si è ancora attivato in questo senso. Rispetto al 2008 aumenta comunque di 7 punti (da 18% a 25%) la percentuale di chi ci pensa e lo progetta in modo attivo. In sintesi, il confronto fra le analisi del 2008 e del 2010 evidenzia come il cittadino medio italiano disponga di un livello di preparazione finanziaria ancora insufficiente, si informi poco e tenda a “non mettere in pratica” le conoscenze finanziarie possedute. La fascia dei giovani rappresenta uno dei segmenti principali su cui agire attraverso azioni formative e informative mirate. Fra le possibili proposte d’intervento sono state citate: potenziare l’Osservatorio sul livello di cultura finanziaria degli italiani, magari con il coinvolgimento delle regioni; accrescere l’impegno dell’industria bancaria nello sviluppo di riflessioni e strumenti per un maggior livello di chiarezza e semplificazione dell’informazione alla clientela; attivare programmi di educazione finanziaria con obiettivi a lungo periodo con il coinvolgimento del sistema scolastico centrale per la categoria giovani. Tutti i partecipanti all’incontro hanno espresso consenso unanime sulla necessità che stakeholder pubblici e privati collaborino, con specifici ruoli e responsabilità, alla progettazione congiunta di una serie di iniziative rispondenti agli effettivi bisogni manifestati dalla popolazione. E’ necessario fornire ai cittadini gli strumenti per un utilizzo consapevole e fruttuoso dei moderni servizi finanziari e garanzie effettive ai risparmiatori, poiché nessuna tutela formale è efficace se le persone non sanno concretamente tradurla in scelte finanziarie adeguate rispetto ai propri specifici obiettivi