Società

BANCHE: ALLARME PRESTITI LEVERAGED

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Le voci sulla possibile insolvenza di Bank of America (BAC) sono risultate fasulle, ma il mercato ha comunque penalizzato il titolo – che ha chiuso la settimana a quota $48 con un calo del 7% – e l’intero settore bancario.

Gli investitori, del resto, sono da tempo in allerta per quanto riguarda prestiti bancari.

Un mese fa, infatti, Bank of America ha annunciato una perdita di $1,2 miliardi in prestiti insoluti, dopo che altri istituti di credito quali Wachovia (WB) e First Union (FTU) avevano gia’ sollevato il problema.

Si spera ora che il taglio dei tassi annunciato a sorpresa dalla Federal Reserve possa rendere attraenti i titoli del comparto bancario, in quanto le banche sono ora in grado di aumentare i prestiti a termini piu’ favorevoli, assumendo che il peggio, per quanto rigurada i finanziamneti insoluti sia passato.
La maggior parte degli istituti di credito ha infatti inizato un controllo piu’ accurato dei prestiti dopo la crisi finanziaria asiatica del 1998 e i problemi attuali non sono che lo strascico dei facili prestiti del pre-crisi.

“Sono ottimista che entro l’estate si comincera’ a parlare di un buon 2002”, ha commentato Tom Brown della societa’ di gestione Second Curve Capital.

Agli occhi del governo, pero’, i guai non sono ancora finiti. “Non sono d’accordo sul fatto che le banche hanno inizato a stringere i cordoni della borsa nel 1998”, ha aggiunto David Gibbons dell’Office of the Comptroller of the Currency, “il vero irrigidimento e’ arrivato solo nel primo trimestre del 2000”. Gli istituti di credito avrebbero infatti moderato i termini per i finanziamenti subito dopo la crisi asiatica, ma dopo essersi accertati che l’economia rimaneva solida, sarebbero tornati ai vecchi standard.

Il problema rimane per Gibbons e altri operatori del settore nei prestiti leveraged che sono utilizzati per finanziare transazioni sostanziali, quali le fusioni aziendali.
Gli istituti bancari creano un sindacato e vendono il prestito a investitori istituzionali; non solo ottengono cosi’ alte commissioni per la sottoscrizione, ma la porzione di credito che rimane alle banche genera anche tassi d’interesse piu’ alti dei tradizionali finanziamenti.

Nel primo trimestre del 2000, il 45% dei $77 miliardi di prestiti leveraged sono pero’ stati utilizzati per finanziare transazioni tra societa’ delle telecomunicazioni e da allora molte di quelle societa’ e i loro titoli hanno registrato pesanti perdite, aumentando quindi le probabilita’ dell’insolvenza.

Dopo la perdita di favore del mercato dei junk bond sempre piu’ banche – tra cui J.P. Morgan Chase (JPM), Bank of America e FleetBoston (FBF) hanno aumentato il proprio coinvolgimento nella pratica dei prestiti leveraged e non ci sono segni che la crisi finanziaria asiatica abbia rallentato le operazioni.
L’anno scorso, infatti, le principali banche hanno dato vita a $300 miliardi di prestiti leveraged, solo il 20% in meno della cifra record raggiunta nel 1999. Secondo Loan Pricing del gruppo Reuter, il 45% del mercato e’ andato a J.P. Morgan Chase e a Bank of America.

Purtroppo le banche non sono tenute a dichiarare l’ammontare del prestito in sindacato, pertanto gli analisti spesso in difficolta’ per quanto riguarda la qualita’ del credito.

Harold Schroeder di Carlson Capital ha ad esempio identificato 150 prestiti a societa’ del settore sanitario, tecnologico e delle telecomunicazioni che potrebbero risultare problematici.

Le voci su Bank of America riguardavano prestiti che l’istituto avrebbe fatto a due societa’ californiane- PG&E (PCG) e Southern California Edison, una divisione di Edison International (EIX).

PG&E ha gia’ annunciato di non avere liquidita’ a sufficienza per continuare le operazioni, ma Bank of America continua ad evitare di commentare sul quei prestiti, sebbene e’ nota la sua esposizione.

L’anno scorso Bank of America gestiva infatti una linea di credito di $500 milioni per PG&E , una di $1 miliardo per la sua divisione Pacific Gas & Electric e una di $200 milioni per Southern California Edison.

Bank of America continua a tranquillizzare gli investitori sottolineando che i finanziamenti al settore ‘utilities’ contano solo per l’1% del portafoglio prestiti da $400 miliardi.

Sebbene nessuno preveda un crollo del settore bancario a causa dell’insolvenza di alcuni prestiti, e’ chiaro pero’ che gli utili di alcuni istituti finanziari potrebbero risentirne e le cattive notizie hanno sempre qualche ripercussione sull’intero comparto.

La seguente tabelle mostra l’ammontare dei prestiti concessi dalle banche americane nel corso del 2000 e la quota:

Banche

Prestiti concessi     nel 2000

Quota di mercato

JP Morgan Chase (JPM)

$77,7 mld

23%

Bank of America (BAC)

$73,6 mld

22%

FleetBoston (FBF)

$20,9 mld

6%

Credit Suisse FB

$18,2 mld

5%

Citibank/Salomon SB (C)

$17,5 mld

5%

Deutsche Banc. Alex Brown

$16,5 mld

5%

First Union (FTU)

$11,7 mld

4%

Bank One (ONE)

$11,4 mld

3%

Toronto-Dominion Bank

$9,70 mld

3%

Bank of New York (BK)

$6,00 mld

2%

Fonte: Loan Pricing Corp.;
elaborazione dati: Ufficio Studi WS Italia