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Azionario in rosso ovunque

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MILANO – Decisamente negativa la performance delle borse europee, che hanno scontato diverse notizie, accodandosi alle vendite che hanno tartassato Wall Street. In generale, è stato tutto l’azionario globale a fare i conti con la crescita preoccupante del deficit commerciale cinese e con la Spagna, bastonata dal downgrade di Moody’s .

In chiusura di seduta Londra cede l’1,53%, Francoforte l’1,12%, Parigi lo 0,82% e Madrid l’1,22%. Male anche Piazza Affari, con il Ftse Mib in perdita dell’1,59%.

Già ieri gli investitori avevano guardato con timore all’esito disastroso asta portoghese, e ancora prima -sempre ieri- in Italia lo spread tra il Btp/Bund era salito oltre i 180 punti base, ai massimi da gennaio. Oggi la tensione sui rendimenti dei titoli di stato è sembrata smorzarsi -tant’è che lo spread tra Italia e Germania è sceso anche fino a 170 punti base -, ma è innegabile che tutto il mondo sia tornato a guardare ormai da giorni al problema dei Piigs.

A nulla quindi è valso il ritracciamento dei futures sul petrolio con scadenza ad aprile quotati a New York, che hanno segnato un forte ribasso, scendendo più del 3%, a $100,97 al barile. In discesa anche il Brent, in flessione del 2% quasi a $113,66.

Sul fronte valutario l’euro ha scontato pesantemente l’effetto Moody’s e a New York alle ore 16.50 circa è arrivato a sfondare al ribasso anche quota $1.38, scendendo fino a $1.3798, quando fino a pochi giorni fa oscillava sugli $1,40. Giù anche il rapporto euro/yen, a 114,52, mentre il dollaro ha recuperato sulla moneta nipponica salendo oltre quota 83.

Chiusura negativa per la Borsa di Milano, con l’indice Ftse Mib che lascia l’1,59% a 22.084,46 punti e il Ftse All-Share che perde l’1,46% a 22.721,66 punti. Il rally del petrolio rallenta e a New York il prezzo al barile cala avvicinandosi ai 100 dollari. Ma il deficit commerciale negli Uniti è balzato a gennaio del 15,1% proprio per l’aumento del greggio e le richieste dei sussidi di disoccupazione a Washington sono tornate a salire, a 397mila, dopo aver toccato nella precedente rilevazione il minimo in tre anni.

PAOLO SCARONI L’Europa torna a tremare per la crisi del debito. La Merkel ha detto alla rivista Bild che intende porre il veto su qualsiasi misura di salvataggio che non risponda a criteri severi e che non sia una scelta estrema. Stamattina Moody’s ha abbassato il rating della Spagna ad ‘Aa2’ e in giornata il ministro delle Finanze greco, George Papaconstantinou, ha protestato proprio contro l’irresponsabilità delle agenzie di rating con l’Unione europea. In questo contesto, le principali Borse europee chiudono in rosso. Il Ftse 100 di Londra perde l’1,55% a 5.845,29 punti, il Cac 40 di Parigi cala dello 0,75% a 3.963,99 punti e il Dax di Francoforte dello 0,96% a 7.063,09 punti. L’Ibex a Madrid registra un ribasso dell’1,17% a 10.435,60 punti.

A Milano la maglia nera del Ftse Mib è Fondiaria-Sai. Il titolo crolla del 4,69% a 7,21 euro. Ieri Standard & Poor’s ha rivisto il rating di FonSai e della sua controllata principale, Milano Assicurazioni, da ‘BBB’ a ‘BBB-‘, in seguito alla decisione della Consob sulla doppia opa obbligatoria di Groupama. Milano Assicurazioni guadagna invece il 2,55% a 1,37 euro. La holding della famiglia Ligresti, Premafin, cede il 2,45% a 0,755 euro.

Nel paniere principale, Eni vede un ribasso dell’1,01% a 17,59 euro. Durante la presentazione del piano strategico al 2014, l’amministratore delegato del Cane a sei zampe, Paolo Scaroni, ha detto che la produzione in Libia si è ridotta a un terzo della normale capacità. Secondo Scaroni, però, si tratterà di un’interruzione “temporanea”, che non impedirà a Eni di incrementare la produzione del 3% annuo al 2014. Il Cane a sei zampe ha raggiunto nel 2010 un utile netto di 6,3 miliardi e ha proposto un dividendo di un euro per azione.

Tra i titoli che hanno sofferto di più le vendite, nel paniere principale ci sono Tenaris (-3,22%), Generali (-2,41%), Prysmian (-3,1%), Stmicroelectronics (-3,74%). Va meglio a Parmalat (+0,51%), Tod’s (+0,32%), Ansaldo Sts (+0,61%), Bulgari (+0,25%) e Autogrill (+0,41%). “Non dico niente su Telecom, sarebbe scorretto”, ha detto oggi il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, al termine del comitato nomine che si è riunito questa mattina in Mediobanca. Dalle indiscrezioni sembra che l’attuale amministratore delegato del gruppo di telecomunicazioni, Franco Bernabè, potrebbe diventare presidente con deleghe operative. Telecom chiude in calo dell’1,31% a 1,129 euro