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AZIONARIO GLOBALE SOTTO ATTACCO. INTANTO SI ATTENDE DECISIONE FED

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Dall’Asia all’Europa fino ai futures americani, la parola d’ordine oggi sembra essere una sola: vendere. Il sell off domina l’azionario, e il sentiment è di una forte riduzione della propensione al rischio, dunque di un risk off. Tutto questo, in una giornata in cui si aspetta anche il verdetto della Fed sui tassi sui fed funds Usa.

Le notizie che arrivano dall’Europa fanno tremare tutti i mercati, e i fari sono tutti sui debiti sovrani del Vecchio Continente.

Le borse europee vanno a picco, scontando la carrellata di cifre provenienti da Atene che fanno accapponare la pelle: basti pensare che oggi il differenziale di rendimento tra i decennali greci e gli analoghi titoli tedeschi è volato sopra i mille punti a 1.021 punti base, il massimo dalla meta’ del 1996. Balzo anche del rendimento dei bond greci, che si attesta al 13,1%.

La situazione è tale che la Grecia è diventata il paese più rischioso al mondo, strappando lo “scettro” al Venezuela.

Ma a spaventare gli investitori non è solo la Grecia. Si teme infatti anche per i debiti sovrani di Spagna e Portogallo: indicativa la performance della borsa di Lisbona, arrivata a bruciare in mattinata più del 5% del suo valore.

E a Madrid cedono soprattutto le banche: Banco popular -4,42%, Banco Santander -4,35%, Banco Bilbao Vizcaya Argentaria -3,91%.

Guardando all’altra sponda dell’Atlantico, la giornata di oggi sarà cruciale, in quanto alle 20.15 ora italiana, la Fed comunicherà la decisione sui tassi di interesse.

L’interrogativo è se il numero uno Ben Bernanke deciderà di confermare la strategia enunciata di recente, ovvero di tassi ai minimi ancora per un periodo di tempo “esteso”.

Attenzione in Usa anche per la riforma finanziaria auspicata dal presidente americano Barack Obama, dopo la decisione dei repubblicani di bloccare nuovamente l’avvio del dibattito in Senato. Il voto procedurale per proseguire la discussione sulla proposta democratica si e’ chiuso infatti con 41 voti contrari e 57 favorevoli, ovvero meno dei 60 necessari per andare avanti.