New York – Il rapporto prezzo/utile (P/E) sul mercato americano e’ su livelli medi storici, ma con i tassi d’interesse reali negativi, gli investitori dovrebbero pagare multipli molto inferiori a quelli attuali.
Il P/E sul mercato azionario raramente e’ al suo livello medio storico (13,7), ma al momento il multiplo pagato da chi investe in azioni americane (per S&P 500 e’ 13,2) si trova vicino al suo valore di equilibrio di lungo termine. Se ne potrebbe inferire che il mercato e’ correttamente prezzato, ma se si considera che a far media sono anche i multipli stratosferici del periodo della bolla internet, allora quello di oggi e’ un P/E abbastanza elevato.
Inoltre, secondo un’analisi di Morgan Stanley, il multiplo varia in base ai tassi d’interesse in una relazione in base alla quale P/E piu’ elevati si hanno in concomitanza con un tasso d’interesse reale dei treasury a 10 anni tra il 2% e il 4%. Man mano che i tassi scendono al di sotto o salgono al di sopra di questo intervallo, il P/E nel mercato diminuisce. Al momento in America il tasso d’interesse reale sui treasury a 10 anni e’ negativo (-0,3%), e a questo livello corrisponde un P/E inferiore a 9.
Da una prima analisi, quindi, il rapporto prezzo/utile puo’ sembrare in linea con il livello di lungo periodo. Ma in una situazione in cui i tassi d’interesse sono eccezionalmente bassi per sostenere un’economia reduce da una delle peggiori crisi finanziarie mai avute, il P/E dovrebbe essere piu’ basso. Questo indicatore non e’ l’unico in base al quale valutare la convenienza di comprare azioni, ma sembra comunque suggerire che al momento gli investitori le paghino care e che gli indici azionari dovranno scendere.