Bangkok – Listini asiatici in leggero ribasso. Si teme ancora sulla crescita economica globale dopo i dati poco rassicuranti giunti dal fronte occupazione Usa, che hanno mostrato un inserimento nel mercato del lavoro a un ritmo inferiore rispetto alle attese. Non bastano i dati positivi giunti in giornata dalla Cina a deviare il sentiment in positivo, dopo i cali della scorsa settimana. Euro a $1,3110.
La seconda più grande economia al mondo sembra impostare le prime basi per riuscire a compiere il tanto atteso “soft landing” (atterraggio morbido), ovvero riuscirà a mantenere la crescita economica a dei ritmi sostenuti.
I dati sulla bilancia commerciale a marzo battono le attese, con un attivo di $5,35 miliardi, oltre il deficit stimato di $1,3 miliardi. Esportazioni +8,9%, contro attese per +7,2%. Importazioni +5,3% contro previsioni per +9%, segnale di debolezza della domanda.
Insieme alle rilevazioni sulla crescita dei prezzi al consumo, i dati in giornata limitano la possibilità di un taglio dei requisiti di riserva o di altre misure monetarie accomodanti. Ora in attesa che vengano pubblicati venerdì i dati sul Prodotto Interno Lordo (Pil) del primo trimestre.
La banca centrale del Giappone annuncia di aver mantenuto inalterati i tassi di interesse e il programma di stimoli monetari. Il costo del denaro resta tra lo 0 e lo 0,1%, mentre gli acquisti di asset rimangono sui 30 trilioni di yen. Ma gli analisti di varie banche attendono ora nuove mosse accomodanti già dal prossimo meeting, a causa delle continue pressioni che arrivano dal fronte politico.
Lo yen rallenta il processo di apprezzamento e questo riporta fiducia agli esportatori nipponici, sempre più in difficoltà a causa della forza della divisa negli ultimi mesi. Il Nikkei di Tokyo modera infatti i ribassi e rimane praticamente sulla parità.
Nella giornata di ieri il chairman della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha detto che l’economia degli Stati Uniti è ancora lontana da una ripresa completa e sostenibile. Nella speranza di nuovi stimoli monetari da parte della banca centrale Usa, l’oro è in rialzo.
Indice Hang Seng della Borsa di Hong Kong si appresta a raggiungere i minimi da due mesi, appesantito dagli ultimi dati giunti dalla Cina.
Asia: indice Dow Jones Asian Titans in ribasso (-0,25%). Nikkei (-0,09%), Seul (-0,13%), Sydney (-0,64%), Hong Kong (-0,94%), Shanghai (+0,53%) e Singapore (+0,42%).
Commodities: Wti ($102,21, -0,24%), Brent ($122,22, -0,37%), oro ($1.653,00, +0,55%), argento ($31,75, +0,72%), rame ($3,7485, +0,77%).
Valutario: Euro contro il dollaro a $1,3110 (+0,03%), contro lo yen giapponese a ¥106,55 (-0,30%), contro il franco svizzero a CHF 1,2015 (-0,02%), contro la sterlina a GBP 0,8247 (+0,05%). Dollaro/yen a ¥81,26 (-0,34%).
Futures sull’indice S&P500 in rialzo di 4,25 punti (+0,31%) a 1.379,25. Rendimenti dei Treasury a 10 anni al 2,045%.
“Gli investitori continuano ad avere paura del fatto che il ritmo assunto dalla crescita economica non sia sufficientemente forte, specialmente in un contesto senza nuovi stimoli monetari a supporto”, ha detto a Bloomberg Shane Oliver, capo strategia di investimento per AMP Capital Investors. “Gli investitori continuano a dire che la ripresa è fragile, dunque o si avrà una ripresa o ci sarà bisogno di ricevere nuovi stimoli”.