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Azionario Asia: petrolio e Iran pesano sul sentiment

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Bangkok – Listini asiatici contrastati in giornata, con il continuo rialzo del prezzo del petrolio che rischia di deragliare una già difficile ripresa dell’economia globale. Timori su crescenti tensioni tra l’Iran e il mondo occidentale pesano sui mercati e sul sentiment degli investitori. I segnali giunti dal G20 su possibile sostegno dalle più grandi economie per risolvere la crisi in Europa, aiuta solo in parte a migliorare la fiducia dei mercati. Euro a $1,3447.

L’economia globale non è ancora al riparo dalla zona di pericolo, a causa della debolezza del settore finanziario, l’alto indebitamento pubblico e privato, e il continuo rialzo del prezzo del greggio. È la visione delineata dal Direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, al termine del meeting G20 tenutosi nel fine settimana.

In giornata particolare attenzione a nuovi dati sul mercato immobiliare degli Stati Uniti, che secondo le attese dovrebbero confermare una ripresa del settore. Di rilievo anche la fiducia degli industriali italiana, anche questa vista in miglioramento.

Deprezzamento per il won della Corea del Sud, con il ministro delle Finanze Bahk Jae Wan, che allontana la possibilità di un taglio dei tassi di interesse per stimolare la crescita economica, e contrastare gli effetti negativi della crisi in Europa e del rallentamento globale. Il caro petrolio rischia infatti di scatenare nuovamente il problema inflazione.

Torna a perdere terreno l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo, ma registra comunque un buon +10% circa da inizio febbraio. Il continuo indebolimento dello yen giapponese sul dollaro americano va a beneficio degli esportatori. La divisa nipponica scambia ormai praticamente sui minimi da 9 mesi.

Ancora in rialzo il prezzo dell’argento, sui livelli più alti dallo scorso settembre. Un buon +28% da inizio 2012, sulle voci che la domanda del metallo nell’industria dovrebbe aumentare.

Asia: indice Dow Jones Asian Titans in calo (-0,42%). Nikkei (-0,14% in chiusura), Seul (-1,42%), Sydney (-0,91%), Hong Kong (+0,26%), Shanghai (+1,15%), Singapore (-0,24%).

Commodities: Wti ($109,42, -0,32%), Brent ($124,65, -0,65%), oro ($1.776,10, -0,02%), argento ($35,51, +0,49%), rame ($3,8725, +0,25%).

Valutario: Euro contro il dollaro a $1,3447 (-0,11%), contro lo yen giapponese a ¥109,09 (-0,35%), contro il franco svizzero a CHF 1,2045 (-0,05%), contro la sterlina a GBP 0,8477 (+0,05%). Dollaro/yen a ¥81,10 (-0,20%).

Futures sull’indice S&P500 in calo di 2,00 punti (-0,15%) a 1.361,25. Rendimenti dei Treasury a 10 anni al 1,962%.

“Più il prezzo del petrolio continuerà a salire, più forte sarà il freno per i consumi, il che è preoccupante”, ha detto a Bloomberg Matt Riordan, di Paradice Investment Management a Sydney. “L’Europa ha ancora tanto lavoro da fare in termini di maggiori aiuti, e le varie parti non sembrano riuscire a mettersi d’accordo. Questo sta pesando sul mercato al momento”.