Bangkok – Listini asiatici in rialzo, con gli operatori convinti che il deterioramento della situazione in Europa, e il rallentamento della crescita economica globale, alla fine portino le più grandi banche centrali ad agire. Euro a $1,2683.
L’attenzione si concentra in particolar modo sulla Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, la più grande economia al mondo. Ha avuto inizio ieri il comitato di politica monetaria, il Federal Open Market Committee, e in giornata dovrebbe essere annunciata la decisione. Diversi analisti parlano della possibilità di un prolungamento del programma di acquisti di bond, denominato “Operation Twist“.
Dei 21 primary dealers, gli operatori con i quali la Fed effettua operazioni di mercato, 12 credono in nuove misure monetarie accomodanti già da questo meeting Fomc, stando a un recente sondaggio condotto da Bloomberg.
Come segnale di maggiore fiducia verso nuova liquidità nei mercati, l’indice Vix, il Chicago Board Options Exchange Volatility Index, denominato anche “indice della paura”, registra il calo più forte dallo scorso agosto.
Cresce la pressione in Cina per una politica fiscale e monetaria “proattiva”, che vada a supportare la ripresa di alti tassi di crescita economica, stando a quanto riporta il China Daily.
Il Giappone registra un deficit commerciale pari a $11,5 miliardi nel mese di maggio, secondo i dati del ministero delle Finanze, oltre le attese degli analisi che parlavano di una cifra appena intorno alla metà. Le esportazioni sono cresciute +10% su base annua, mentre le importazioni +9,3%. Dai dati si vede la maggiore dipendenza del paese dall’importazione di energetici, a seguito del disastro nucleare dello scorso anno.
In calo il dollaro neozelandese (kiwi), dopo che i dati sul conto delle partite correnti hanno confermato un ammanco nei primi tre mesi dell’anno, al 4,8% del Pil, dopo un 4,2% nei tre mesi precedenti.
Asia: indice Dow Jones Asian Titans in rialzo (+1,16%). Nikkei (+1,11%), Seul (+0,65%), Sydney (+0,14%), Hong Kong (+0,68%), Shanghai (-0,29%), Singapore (+0,34%).
Commodities: Wti ($84,06, +0,04%), Brent ($95,93, +0,18%), oro ($1.621,80, -0,09%), argento ($28,42, +0,18%), rame ($3,4255, -0,23%).
Valutario: Euro contro il dollaro a $1,2683 (-0,01%), contro lo yen giapponese a ¥100,06 (-0,16%), contro il franco svizzero a CHF 1,2009 (+0,01%), contro la sterlina a GBP 0,8061 (-0,02%). Dollaro/yen a ¥78,88 (-0,15%).
Futures sull’indice S&P500 in calo di 2,00 punti (-0,15%) a 1.348,50. Rendimenti dei Treasury a 10 anni all’1,619%, in calo di 1 punto base.
“Si tratta di un grande cambiamento di lungo periodo” in Giappone, ha detto a Bloomberg Robert Sinche, capo global della strategia valutario per Royal Bank of Scotland. “Un qualcosa che sarebbe arrivato comunque, a causa dell’invecchiamento della popolazione e l’outsource della produzione, ma un processo accelerato dal disastro nucleare e la necessità di importare carburante”.