Bangkok – Listini asiatici in leggero rialzo. Ancora tensioni in Europa, con la Grecia che esce dal fine settimana senza ancora un governo, mentre le votazioni in Germania indicano una crescente opposizione alle misure di austerità. La Cina allora si rimbocca le maniche e cerca di stimolare la crescita economica interna, tagliando i requisiti di riserva. Euro a $1,2889.
La People’s Bank of China, la banca centrale di Pechino, decide di abbassare i requisiti di riserva richiesti alle banche, per sostenere la ripresa interna, liberando dunque nell’economia un potenziale da $63,5 miliardi. Deprezzamento per lo yuan cinese, con il cambio di riferimento rivisto al ribasso sui minimi da tre settimane.
Recupera terreno l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo, a seguito dell’annuncio da parte della banca centrale cinese, ma non riesce ancora a tornare oltre la soglia dei 9.000 punti, in mancanza di una spinta forte e decisa, trattenuta dalla negatività della situazione in Europa.
Per la prima volta da inizio 2012, il dollaro australiano scende sotto la parità contro il dollaro americano. In rialzo i bond, con i rendimenti del decennale, e dei titoli a 15 e 3 anni, che arrivano a toccare dei minimi record.
L’impasse politica in Grecia sembra dover continuare per la seconda settimana, con il Presidente Karolos Papoulias che ancora non è riuscito a garantire un accordo per un governo unito.
In Germania, sconfitta storica per la Merkel. Nelle elezioni nel più popoloso e ricco land tedesco, il Nord Reno Westfalia, arriva l’ultima conferma: la politica di austerità che sta affossando l’Europa e’ agli sgoccioli.
In calo per il nono giorno di fila l’indice S&P GSCI delle principali materie prime. Si tratta della scia negativa più lunga dal dicembre 2008. Già dalla scorsa settimana sono ormai azzerati tutti i rialzi di inizio 2012, anche a causa del rallentamento dei mercati emergenti.
Asia: indice Dow Jones Asian Titans praticamente stabile (-0,10%). Nikkei (+0,23%), Seul (-0,18%), Sydney (+0,18%), Hong Kong (-0,07%), Shanghai (+0,12%), Singapore (+0,36%).
Commodities: Wti ($95,63, -0,52%), Brent ($111,77, -0,44%), oro ($1.580,90, -0,20%), argento ($28,735, -0,54%), rame ($3,6045, -1,19%).
Valutario: Euro contro il dollaro a $1,2889 (+0,05%), contro lo yen giapponese a ¥103,13 (+0,11%), contro il franco svizzero a CHF 1,2011 (+0,03%), contro la sterlina a GBP 0,8023 (+0,02%). Dollaro/yen a ¥79,99 (+0,04%).
Futures sull’indice S&P500 in calo di 3,75 punti (-0,28%) a 1.346,00. Rendimenti dei Treasury a 10 anni all’1,822%.
“La Grecia esce dal fine settimana senza ancora un governo, e assistiamo a un calo dell’euro”, ha commentato a Bloomberg Mike Jones, strategista valutario a Wellington per Bank of New Zealand. “A parte il sentiment politico e sulla situazione del debito, il vero fattore negativo per l’euro continuerà ad essere la debolezza della crescita economica”.