
Bangkok – Listini asiatici in calo, colpiti dalla decisione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s di procedere a downgrade di massa dell’eurozona. Investitori intimoriti dall’aggravarsi della crisi, vista la forte necessità di rifinanziamento dei vari paesi. Il problema non sembra ancora trovare fine. Euro a $1,2645.
L’euro arriva dunque a toccare i minimi da 11 anni contro lo yen, a JPY 97,04, mentre i metalli registrano una ripresa dopo i cali iniziali.
Importante in giornata l’asta francese da €8,7 miliardi, che razionalizzerà l’impatto della decisione di strappare al paese il rating massimo, la “AAA”.
Gli effetti del downgrade si fanno sentire anche in Asia. A seguito dell’annuncio di S&P, il Primo ministro del Giappone, Yoshihiko Noda, ha ricordato sulla necessità del suo paese di contenere l’ingente debito pubblico, il più grande al mondo.
Intanto l’indice Shanghai Composite della Cina è in calo per il quarto giorno di fila. Male anche l’Hang Seng di Hong Kong.
I dati di domani potrebbero confermare quanto temono gli analisti, ovvero che l’economia cinese è cresciuta “appena” dell’8,7% negli ultimi mesi del 2011. Il dato sarebbe preoccupante poiché raggiungerebbe il valore più basso negli ultimi 10 trimestri, con le autorità che continuano a contrastare inflazione e il possibile formarsi di una bolla immobiliare.
In Taiwan, i titoli collegati alla Cina beneficiano della conferma alla presidenza per Ma Ying-jeou.
Asia: indice Dow Jones Asian Titans in calo (-1,36%). Nikkei (-1,43% in chiusura), Seul (-0,87%), Sydney (-1,16%), Hong Kong (-1,02%), Shanghai (-0,90%), Singapore (-1,37%).
Commodities: Wti ($98,87, +0,17%), Brent ($110,88, +0,40%), oro ($1.640,70, +0,61%), argento ($29,69, +0,57%), rame ($3,632, -0,14%).
Valutario: Euro contro il dollaro a $1,2645 (+0,07%), contro lo yen giapponese a ¥97,17 (-0,20%), contro il franco svizzero a CHF 1,2072 (+0,04%), contro la sterlina a GBP 0,8257 (-0,12%). Dollaro/yen a ¥76,84 (-0,34%).
Futures sull’indice S&P500 in calo di 7 punti (-0,54%) a 1.282,00. Rendimenti dei Treasury a 10 anni all’1,864%.
“Per almeno un paio di giorni ci sarà davvero tanta incertezza sui mercati”, ha detto a Bloomberg Jim McCaughan, chief executive officer di Des Moines. “La notizia da parte di Standard & Poor’s non ha fatto altro che razionalizzare quello che il mercato già sapeva, ovvero che la qualità del credito di quei paesi non era quanto precedentemente dichiarato, e che la possibilità di un default è sempre maggiore”.