
Bangkok – Listini asiatici in calo, con il fallimento in Grecia di formare un nuovo governo. Si teme che neanche le prossime elezioni di giugno portino a qualcosa, dunque portando il paese verso una sofferta e catastrofica uscita dall’euro. Euro a $1,2692.
Futuro della Grecia nell’euro in bilico, dopo il fallimento dei negoziati politici per la formazione di un Governo. Uno dopo l’altro tutti i partiti principali rinunciano al compito. Si tornerà dunque alle urne con un esecutivo di transizione.
Ecco dunque che sempre più cittadini greci preoccupati dei loro risparmi iniziano a prelevare, intimoriti dall’evolversi della situazione. Il capo della banca centrale Provopoulos avrebbe riferito al Presidente Papoulias che i greci hanno ad ora prelevato circa €700 milioni, e che la situazione potrebbe peggiorare. “Provopoulos mi ha detto che non si tratta ancora di panico, ma c’è una crescente paura che alla fine potrebbe trasformarsi in panico”, ha detto Papoulias, secondo quanto riporta Bloomberg.
In aggiunta al problema greco, a spingere in ribasso l’Hang Seng di Hong Kong sono i titoli finanziari, con crescita dei prestiti praticamente azzerata nelle prime due settimane di maggio, da parte delle quattro più grandi banche statali. Si teme un rallentamento della crescita economica, confermato dalla debolezza degli ultimi dati.
Il listino raggiunge i minimi da 4 mesi, scendendo con forza sotto la media mobile a 200 giorni. Meglio, o almeno riesce a contenere i sell, l’indice Shanghai Composite della Cina, dopo che in questi giorni la banca centrale aveva comunicato di aver ridotto i requisiti di riserva, liberando dunque maggiore capitale nei mercati, nel tentativo di stimolare la crescita del Pil.
Per la prima volta da febbraio, il Nikkei di Tokyo scende sotto l’importante soglia degli 8.800 punti. Gli investitori riducono l’esposizione su asset rischiosi, considerando anche il calo delle prospettive sulla performance degli esportatori nipponici. Il rapporto dollaro/yen resta oltre i JPY 80.
In calo gli ordinativi di macchinari in Giappone, -2,8% a marzo. Dati poco incoraggianti anche dall’Australia, con la fiducia dei consumatori praticamente stagnante, sui minimi da inizio 2012.
Indice Asx200 dell’Australia in forte calo, attorno i minimi da due mesi, a causa dell’incertezza economica globale, della crisi in Grecia e dei segnali di rallentamento e impatto per l’economia domestica.
L’indicatore Standard & Poor’s GSCI, sulla performance delle materie prime, continua a perdere terreno, cedendo da inizio 2012 circa -2,2%. Sell più forti per i metalli, ma anche gli energetici registrano variazioni negative superiori al punto percentuale.
Ancora in calo l’euro, scende sotto i minimi $1,2722 toccati ieri, livelli non raggiunti dallo scorso 17 gennaio. La situazione in Grecia continua a colpire la performance della moneta unica.
Asia: indice Dow Jones Asian Titans in calo (-2,63%). Nikkei (-1,12%), Seul (-3,08%), Sydney (-2,31%), Hong Kong (-2,93%), Shanghai (-0,65%), Singapore (-1,43%).
Commodities: Wti ($92,58, -1,49%), Brent ($110,96, -1,14%), oro ($1.535,90, -1,36%), argento ($27,44, -2,28%), rame ($3,4775, -1,14%).
Valutario: Euro contro il dollaro a $1,2692 (-0,30%), contro lo yen giapponese a ¥101,99 (-0,09%), contro il franco svizzero a CHF 1,2007 (-0,01%), contro la sterlina a GBP 0,7953 (-0,06%). Dollaro/yen a ¥80,35 (+0,20%).
Futures sull’indice S&P500 in calo di 5,00 punti (-0,38%) a 1.323,25. Rendimenti dei Treasury a 10 anni all’1,753%, giù di 1 punto base.
“Considerando i maggiori timori sulla situazione in Europa, adesso c’è bisogno di una mini spinta in più, una mini recessione, perché i politici compiano dei nuovi passi a supporto. Purtroppo non siamo ancora a questo punto”, ha commentato a Bloomberg Andrew Pease, capo strategia di investimento Asia-Pacifico per Russell Investment Group.