Economia

Aziende sedute su bomba a orologeria pronta a esplodere

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La politica monetaria ultraespansiva messa in atto dalle maggiori banche centrali mondiali negli ultimi dieci anni per far fronte alla crisi finanziaria del 2008 ha alimentato un accumulo di debito nelle aziende senza precedenti.

Un dato per tutti per capire. Secondo una stima media globale elaborata da S&P Global Ratings, e ripresa dal Sole 24 Ore, L’incidenza media del debito societario sul Pil è passata dall’81% al 96 per cento.

In un contesto in presenza di un rialzo generalizzato dei tassi, questa situazione costituisce un importante elemento di vulnerabilità.

“Soprattutto perché in circolazione ci sono almeno 24mila miliardi di debito corporate che fa capo ad aziende che hanno un’elevata leva finanziaria. Quelle che, in ragione dell’elevata incidenza del debito sui profitti, sono più vulnerabili in caso di rallentamento del business o di aumento della spesa per interessi” si legge nell’articolo del Sole 24 Ore.

Come fa notare il rapporto di S&P:

“la crescita del debito non è di per sé un problema ma lo diventa se le condizioni a cui il finanziamento è stato contratto peggiorano al punto da renderlo non più sostenibile”

In caso di stretta monetaria più rapida del previsto, si può innescare un’ondata di default.

Per ora la situazione resta sotto controllo.

Questo perché gli effetti di una stretta Fed saranno con ogni probabilità mitigati da quelli della riforma fiscale Usa che – mette in evidenza il report – garantirà flussi di cassa aggiuntivi alle imprese tali da consentir loro di reggere il colpo di un eventuale peggioramento delle condizioni di rifinanziamento.