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Aziende in Libia: inizia l’esodo

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Il gigante petrolifero norvegese Statoil ha avviato l’evacuazione del suo personale non libico nel Paese nordafricano ed ha chiuso la sua sede di Tripoli. Lo riferisce un portavoce della societa’. ”La nostra sede a Tripoli e’ chiusa” ha spiegato ”e il nostro personale internazionale e’ gia’ partito o e’ in procinto di evacuare il Paese”. Statoil detiene partecipazioni in due giacimenti libici, Mabruk e Murzuq, che vengono pero’ operati da Total e da Repsol.

La produzione dell’Eni in Libia non ha subito invece nessun cambiamento e per ora non e’ prevista nessuna evacuazione del personale della societa’. Lo riferisce un portavoce della stessa Eni che con oltre 240mila barili di olio equivalente al giorno e’ il piu’ grande produttore di petrolio e gas in Libia.

Finmeccanica ha fatto rientrare i suoi dipendenti presenti in Libia. Persone vicino all’azienda confermano il rientro, che riguarda un gruppo di meno di 10 dipendenti a causa delle violenze esplose nel paese.

Tra le altre aziende straniere British Petroleum si prepara a sgomberare entro 48 ore una parte del suo personale in Libia, dove dà lavoro complessivamente a 140 persone fra cui una quarantina di stranieri, a causa delle violenze nel Paese. Lo ha indicato un portavoce del gruppo petrolifero britannico.