Legnano – Ci apprestiamo a vivere l’ultima sessione di trading dell’anno dopo aver vissuto dei movimenti che, negli ultimi tre giorni, hanno spaventato molti investitori che lavorano sia sul valutario che sul mercato delle commodities.
Abbiamo avuto modo nei giorni passati di analizzare i forti scossoni, aiutati molto anche dall’assenza di molti operatori (e con essi di parecchia liquidità), che si sono verificati appunto su questi due mercati, ed il sentiment suggerisce che questa situazione di globale pesantezza e di avversione al rischio potrebbe perdurare anche per i primi giorni dell’anno nuovo.
Sul fronte delle materie prime, i movimenti più forti ed importanti sono arrivati dal metallo giallo. Come tutti avremo avuto modo di notare, le quotazioni hanno raggiunto il livello di 1.522,50 nella giornata di ieri, andando a rompere l’importante linea di trend che accompagna il movimento rialzista dell’oro dal lontano 24 ottobre 2008.
Oggi le quotazioni si trovano al di sopra di 1.5550,00 livello per cui passa la linea appena citata, quindi sarà importante andare a valutare un’eventuale rottura dei punti di minimo di ieri per poter ipotizzare un’accelerazione verso quota 1.500,00, al di sotto della quale passano i livelli di minimo precedenti più importanti.
Se andiamo a concentrarci su un trading di più breve periodo, troviamo dei punti di resistenza abbastanza precisi in area 1.560,00, livelli che potrebbero far tornare i prezzi in area 1.540,00 e che se rotti darebbero spazio alla ricerca delle ulteriori resistenze poste circa una decina di dollari più in alto, ma non ci aspettiamo delle forti salite a meno che le borse, che ieri hanno chiuso in territorio positivo, non chiudano l’anno veramente in bellezza, col botto!
Per quanto riguarda l’oro un po’ più scuro, quello nero, abbiamo visto alta volatilità, ma alla fine dei giochi, ci troviamo ancora intorno a quota 100. Bello notare come ad inizio settimana (nel pomeriggio di martedì precisamente) sia avvenuto un giro di posizioni da long oro a long petrolio, il che ha fatto salire quest’ultimo fino a quasi 102.00 mentre ha portato il metallo giallo ben sotto quota 1.600,00, che ha funzionato alla grande come area di resistenza.
Dopo una giornata i due si sono ricorrelati, soltanto che il petrolio è stato in grado di mantenersi sulle zone di resistenza, che rimangono tutt’ora valide. Per la giornata di oggi possiamo infatti aspettarci un potenziale ritorno in area 99.00, scenario negato soltanto dalla rottura a rialzo di 100 ¼, che riaprirebbe le strade verso 101 e 101.50.
Dal punto di vista macroeconomico non abbiamo nulla da segnalare a parte le aste dei titoli di stato italiani, andate a buon fine dal punto di vista dei rendimenti, ma non del collocamento totale dei titoli (7 miliardi su 8.5, c’è da recuperare fiducia sulle lunghe scadenze) e la conferenza stampa del Governo, sempre italiano, che non ha sortito effetti particolari sui mercati. La mancanza di reazioni ci fa capire che ormai la situazione attuale è scontata, vedremo come andremo a muoverci di fronte alle novità che ci arriveranno nel 2012.
L’ultimo appuntamento dell’anno 2001 con l’analisi tecnica non può che incominciare proprio dal minimo dell’anno raggiunto dalla moneta unica nei confronti del biglietto verde.
Nel primo pomeriggio di ieri infatti il cambio eurodollaro ha oltrepassato il precedente 1.2875, raggiungendo 1.2857. La rottura è stata solamente temporanea ma sono molti gli operatori (ovviamente fra i pochi rimasti attivi in questi giorni) in attesa di un ulteriore segnale per schierarsi con il possibile movimento generato.
La tendenza di fondo è, infatti, innegabilmente indirizzata verso la parte bassa del grafico e anzi con la situazione che sta affrontando la zona euro da mesi stupisce che questi livelli non siano stati raggiunti prima. Nel giro di pochi minuti però i prezzi hanno ritracciato a rialzo riportandosi nuovamente in area 1.29 e lasciando intendere una possibile chiusura dell’anno senza la ricerca di nuovi ulteriori minimi. Intorno a 1.2950, anche per oggi, si trova la resistenza più interessante.
Nessuna sorpresa per il cambio UsdJpy che vince, tra le majors, il “premio stabilità” degli ultimi mesi. I prezzi girano infatti ancora nei pressi di 77.60 con una price action che nel breve appare negativa ma i cui obiettivi non sono particolarmente attraenti: una 30 di pip al massimo nelle prossime giornate. Siamo sempre più incuriositi da cosa potrebbe accadere una volta rotto il forte livello di resistenza posizionato a 78.25…
Il cambio EurJpy ha compiuto un altro piccolo passo in direzione di quel minimo di maggio 2001 posizionato a 100 figura. Come sosteniamo già da qualche giorno il livello appena visto potrebbe rappresentare l’ultimo livello di supporto statico evidente prima di un profondo scivolone della valuta che, all’interno di un grafico settimanale, trova il naturale e successivo obiettivo posizionato parecchie figure più in basso, sul minimo storico, 89. Un ritorno dei prezzi al di sopra del precedente livello di riferimento, 1.01, allontanerebbe questa possibilità, seppur temporaneamente data la difficoltà di fuoriuscita della zona euro dal periodo di crisi che oramai procede in più riprese da prima dell’estate.
Nuovo minimo da ottobre scorso per il cable che in questo momento favorevole al dollaro ha lasciato sul terreno 340 pip in meno di due giornate. In questo caso i riferimenti per ulteriori livelli a ribasso, probabilmente non per oggi, sono dati dai precedenti livelli di minimo e compresi fra 1.5340 e 1.5275. Per qualcosa di breve appare interessante il livello di resistenza statica che si è venuta a creare a 1.5430.
Il movimento a ribasso del cambio EurChf, dopo la rottura di 1.22, è alla fine giunto sino a 1.2165 mostrando una grande costanza. La resistenza del cambio si trova ora a 1.22 figura ed è indicata, oltre che dal precedente punto di rottura, dal transito della tendenza ribassista incominciata ad inizio settimana e confermata dal transito della media a 100 periodi vista all’interno di un grafico con candele orarie. Con questo movimento il cambio si è avvicinato sempre più al livello di attenzione imposto dalla banca centrale svizzere che, per il momento, sembra non curarsene.
Il cambio UsdChf ha fornito una buona conferma nelle ultime ore. Il livello di 0.94 è stato mantenuto come livello di supporto dopo che due giorni fa era servito da trampolino di lancio a rialzo. Sino a che questo livello terrà la tendenza sarà favorevole al biglietto verde. Nel breve troviamo una resistenza a 0.9420 in grado di confermare un movimento a rialzo del cambio per oggi.
Concludiamo con il cambio AudUsd, in ripresa dopo che tra ieri ed il giorno prima è stato messo a segno un interessante doppio minimo di breve a 1.0045. Non rimane che attendere e vedere se la resistenza di 1.02-1.0210 sarà oltrepassata dopo i tre differenti tentativi mancati compiuti fra il 9 ed il 28 dicembre.
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