Se il matrimonio tra Fiat e Chrysler andrà in porto, Sergio Marchionne potrebbe finire per ricoprire la carica di amministratore delegato della casa automobilistica Usa. È quanto riporta «Automotive News», citando fonti vicine al dossier. La «nuova» Chrysler, spiegano le fonti, eleggerà un nuovo board di sette membri, che includerà anche rappresentanti del Lingotto, e verranno divise le funzioni di presidente e di Ceo.
Se la presidenza andasse, come appare scontato, ad uno statunitense, si potrebbe aprire la strada per la nomina di un Ceo italiano. A fine marzo la task force Usa dell’auto ha dato a Chrysler 30 giorni per presentare un piano di ristrutturazione convincente, in modo da avere accesso ad altri sei miliardi di dollari di prestiti federali, dopo i quattro già ricevuti. E la Casa Bianca ha sottolineato come l’alleanza con Fiat sia l’unica chance di sopravvivenza per la società.
Lo scorso gennaio le due case automobilistiche avevano firmato un accordo preliminare che prevedeva l’ingresso di Fiat nel capitale di Chrysler con una quota del 35%. In cambio, la società di Detroit riceverà le tecnologie per produrre automobili più piccole ed efficienti. L’intesa non prevede alcun esborso da parte di Fiat ed è stata successivamente emendata su richiesta di Washington, con la garanzia che i nuovi impianti produttivi di Chrysler sorgeranno negli Usa. Dopo il viaggio di fine marzo, Marchionne è tornato negli Usa lo scorso 9 aprile per nuovi colloqui con i vertici di Chrysler. Il termine ultimo per concludere la trattativa è fissato per il 30 aprile.